Riflessioni a…freddo, ma non tanto, sulla vera situazione del calcio italiano dopo le dimissioni di Mancini,il silenzio, non tanto innocente, del presidente federale Gravina, il diktat del presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis che è irremovibile sulla penale di Spalletti ” deve pagare” se vuole allenare la Nazionale dopo la richiesta di non voler più allenare il Napoli, perché “molto stanco”…
Si è parlato e si è scritto di rispetto delle leggi, recuperando antichi brocardi latini come ” est modus in rebus”, per criticare ” l’ ingiustificabile” comportamento tenuto da Mancini, o come “pacta servanda sunt” per sottolineare che, alla fin fine, De Laurentiis ha ragione da vendere nel pretendere dal suo ex dipendente -allenatore- Spalletti il pagamento della penale firmata dal tecnico per non prolungare il contratto a fronte di un anno sabbatico da rispettare. Nel giro di un paio di mesi, il Cincinnato di Certaldo ha recuperato forze ed energie e si sente pronto per la Nazionale orfana di Ct, ma senza voler pagare alcunché. Incarico prestigioso ma sicuramente ben più gravoso di quello di allenatore del Napoli visto che i 50 milioni di tifosi-CT del nostro paese altro non aspettano che criticare l’opera del selezionatore al minimo passo falso.
Tutti invocano pulizia, trasparenza, rispetto delle norme; da Gravina, numero uno federale “tradito” dal suo tecnico in una infelice notte di mezza estate, a Mancini, il traditor di patria, da Spalletti, ingrato col suo ex presidente e di nuovo pronto all’avventura Nazionale, a De Laurentiis che, rifacendoci alla sceneggiata napoletana, da più parti si fa passare come ” O’ malamente”.
Ma siamo così sicuro che il nostro calcio sia mai stato e debba essere un refettorio di anime belle? Ritengo che a cominciare dalla stampa sportiva, ondivaga, voltagabbana a suo comodo e spesso costretta a veline di comodo per non urtare la suscettibilità di dirigenti e presidenti o giocatori, si omettono fatti e verità del nostro sistema calcio. Perché dovrebbe essere lineare e trasparente in questa faccenda? Non lo è mai stato ed ora l’affaire-Mancini ingrosserà e ingrasserà ancora di più le fila di chi gode e ci marcia sul malcostume del nostro calcio e sul degrado del Paese. Mancini ha sicuramente sbagliato i tempi del suo gesto, corretto se non sentiva più piena fiducia intorno a sé, ma la realtà è che la nostra organizzazione calcistica attraversa una crisi allarmante in contrasto con l’enorme favore popolare per il calcio. Gabriele Gravina da leader federale è certamente il maggior responsabile, tentennante, propenso al compromesso e alla deroga pur di salvare la poltrona,ora in pericolo perché anche la politica sta mettendo il naso negli affari della quarta industria Nazionale.
Dopo la disfatta casalinga contro la Macedonia convinse Mancini a restare…per non dover dimettersi anche lui. I risultati, eccetto la brillantemente cometa dell’europeo, sono sotto gli occhi di tutti: zero riforme, stadi ancora più vecchi, campionati con poco appeal all’estero perciò vendibili solo a basse cifre e soprattutto da compilare dopo Sentenze del Tar o del Consiglio di Stato con le Leghe spesso in conflitto con la Federazione su molti fronti. Si accusano club e giocatori italiani di essere modesti organizzativamente e tecnicamente. La verità è che siamo deboli, smarriti, confusi. Ma nella testa dei nostri vertici federali più che nei piedi dei nostri calciatori. Mancini confessandosi a Hoara Borselli ha detto: “ho chiesto venisse eliminata la clausola secondo cui in caso di mancata qualificazione all’Europeo 2024 la Federazione mi avrebbe licenziato….mi hanno risposto che non era possibile…per me non era importante la clausola quanto il gesto…”.
Ma una simile rassicurazione quanto varrebbe per un allenatore che si considera vincente?
Il gesto non c’è stato. Così come finora non c’è stato il gesto di .. generosità di Aurelio De Laurentiis nell’ annullare la penale posta a carico di Spalletti che, se non pagata, impone al tecnico di restare fermo e non allenare fino al 30 giugno 2024. Visto il carattere e la personalità, Don Aurelio non mollerà tanto facilmente…A meno che, ipotesi suggestiva, la deroga a poter mantenere le multiproprietà di Napoli e Bari non diventi legge. Proprio lui che ha accusato di “atteggiamento dilettantistico” FIGC e Gravina colpevoli di non fare rispettare le norme federali e fare uso della…deroga!! (Sic!). Così è se vi pare. Non sembra più neanche un racconto di calcio ma uno scaricabarile grottesco dove nessuno è colpevole ma lo sono tutti in egual misura o quasi. Morale della favola: Gravina e Mancini, De Laurentiis e Spalletti quattro delle tante facce di…bronzo del nostro povero calcio, ridotto, se non ci fosse la passione dei veri tifosi, ad un circo sgangherato. Forse prima che di dirigenti capaci occorrerebbero diversi psicologi. Già. Ma da dove ricominciare? Da chi ricominciare?