L’EDITORIALE

E’ davvero l’estate dei record. A partire dalle condizioni climatiche divenute insopportabili con punte di calore nelle città italiane e in gran parte d’Europa che superano abbondantemente i 40 gradi centigradi. Una brace incandescente son divenute le nostre città, ove si registra, purtroppo, anche qualche caso di decesso, soprattutto tra gli anziani o soggetti fragili.

Il nostro Ministero della Salute ha immediatamente attivato dei presidi sanitari mobili per l’assistenza e primo soccorso medico, in specie nelle zone turistiche delle città d’arte, ove si concentrano i più rilevanti  flussi di vacanzieri. Nelle tende mediche climatizzate verrà anche distribuita acqua minerale fresca e sarà possibile praticare ECG e ogni altro accertamento veloce e necessario per fronteggiare l’emergenza, anche attraverso la dotazione di defibrillatori.  Le ASL e la Croce Rossa Italiana, coadiuvate da squadre della Protezione Civile, cureranno il servizio mobile di pronto soccorso sino al termine di questa ondata di calore.

Ma ancora più importante, anzi fondamentale, è subito apparso il provvedimento governativo promosso dal Ministero del Lavoro attraverso l’adozione di uno specifico “Protocollo sulle Condizioni Climatiche Estreme” che introduce una serie di misure indispensabili per proteggere e tutelare i lavoratori esposti ad alte temperature, specie all’aperto o in ambienti eccessivamente surriscaldati o negli orari più caldi delle giornate lavorative nei cantieri edili, nelle fabbriche metalmeccaniche con lavorazione di materiali incandescenti, altoforni e quant’altro esponga i lavoratori a stress termici costanti o improvvisi. Naturalmente il Protocollo, sottoscritto dai Sindacati, le parti sociali e le Associazioni di Categoria è esteso anche ai lavoratori stagionali, compreso i lavoratori agricoli e, in genere, a tutti i lavoratori di ogni comparto produttivo o dei servizi che facesse riscontrare la medesima problematica dell’eccessiva esposizione a fonti di calore o operasse in condizioni climatiche proibitive per l’eccessivo rialzo termico.

Il Provvedimento Governativo si è reso indispensabile per contemperare e conciliare le esigenze di tutela della salute dei lavoratori esposti alle avverse condizioni climatiche, con la necessità di garantire la continuità o la prosecuzione delle attività produttive in modalità diverse e in piena sicurezza. Vengono infatti introdotti presidi di prevenzione nei cantieri con appositi containers climatizzati e dotati di frigoriferi industriali per consentire un adeguato ristoro dei lavoratori esposti. E poi vengono introdotte pause temporanee dal lavoro, oltre alla dotazione di idonei capi di abbigliamento adeguati alla stagione estiva per migliorare il confort dei lavoratori. Ma soprattutto viene anche chiesto ai datori di lavoro che siano valutati e utilizzati orari di lavoro diversi e flessibili per le maestranze impegnate nei cantieri, favorendo gli orari pomeridiani e serali e senza escludere gli orari notturni, ove possibile.

Ma la novità più rilevante e socialmente condivisa dalle parti sociali è certamente l’aspetto legato al ricorso automatico alla Cassa Integrazione nei casi di imprevista sospensione o riduzione delle attività lavorative dovute a condizioni climatiche estreme (temperature oltre i 38/40 gradi). In tal caso le ore di Cassa utilizzate dai lavoratori vengono ricomprese e autorizzate nel limite massimo di durata previste dalla normativa vigente. Tanto per evitare penalizzazioni per i lavoratori e le imprese. Il Protocollo sottoscritto in queste ore potrà essere implementato, firmato da altre Organizzazioni sindacali e datoriali e presto tradotto in termini di provvedimento strutturale nella nostra legislazione del lavoro. Uno strumento di crescita civile e sociale cui il Governo Meloni ha inteso metter mano per garantire efficacemente la salute dei nostri lavoratori in un quadro di modernità ed efficienza del sistema produttivo italiano.  

Dal caldo record nelle nostre città, all’altro record di mezza estate raggiunto in queste ultime ore con la diffusione dei dati Istat sull’occupazione nel Bel Paese. Nonostante le frottole velenose e puntualmente false, diffuse a ripetizione da tutti i cosiddetti leaders della sinistra nostrana in ordine ad una “crisi devastante” del mondo del lavoro in Italia con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro (che chissà come, vedono solo loro!), l’ISTAT Istituto di Statistica Nazionale, ha certificato recentemente e ufficialmente che il nostro Paese non ha mai avuto un numero di occupati così alto. Attestandosi alla fine del mese di Maggio del 2025 a 24,3 milioni di lavoratori occupati. E per di più con la crescita esponenziale dei lavoratori a tempo indeterminato, donne comprese. Registrando una impennata di occupazione che supera abbondantemente le 400 mila unità dal maggio 2024 (24,3 milioni di occupati) a maggio 2025 (+408.000 occupati) . Un dato davvero strabiliante e oltremodo confortante per l’economia del Paese e per la “tenuta sociale”, che può vantare di un trend favorevole e virtuoso delle politiche del lavoro del Governo Meloni, sempre alle prese con idonee iniziative politiche ed economiche che possano sviluppare ulteriori opportunità lavorative, attraverso nuovi scenari produttivi per le imprese. Come nel caso più che riuscito dell’estensione delle Aree ZES a tutto il territorio del Mezzogiorno, aree interne comprese, anche per contenere e contrastare adeguatamente la desertificazione dei territori, con l’implementazione di nuove arterie di collegamento e nuove linee ferrate, grazie ai progetti del PNRR.  Tutto questo senza dimenticare i nuovi stabilimenti produttivi favoriti dal regime di sgravi fiscali e contributivi per le aziende che assumono lavoratori a tempo indeterminato. (facilitazioni governative per insediamenti produttivi in area ZES).

Potremmo anche concludere, a proposito di RECORD significativi, il calo sistematico e anch’esso da primato dello SPREED (Differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani (BPT) e titoli tedeschi( BUND) che, dopo essere scesi sotto la soglia dei 90 punti nei primi giorni del mese di Luglio, si è attestato a quota 90 punti di differenziale, con la tendenza giornaliera a calare progressivamente di altri decimali. Anche questo record tutto italiano e fortemente significativo, scaturisce dalla sempre maggiore fiducia degli investitori nazionali e internazionali nella capacità dell’Italia di onorare il proprio debito pubblico, apprezzando oltremodo il repentino calo programmato strategicamente dal Governo italiano. Tanto per rispondere con dati di fatto inconfutabili ai soliti “menagramo di stato” di sinistra memoria, che vivono nell’illusoria e vergognosa speranza di vedere l’Italia in ginocchio per proprio tornaconto elettorale.