Da Cesare a Machiavelli fino a Lavrov il mondo non è cambiato di una virgola

di Rosario Lavorgna

Chi per decenni ha teorizzato le guerre del 21° secolo, per chi gradisce, terzo millennio, ha fatto molto male i calcoli ed ha fallito miseramente. Questa ‘macelleria planetaria’ aveva provato a spiegarla Tommaso Filippo Marinetti che nell’ambito del manifesto Futurista ebbe a sottolineare il fatto che “la guerra è stata, è e sarà l’unica igiene del mondo”. Ma siccome la Storia non la insegna e non la studia più nessuno, allora gli errori si continuano a commettere sotto l’egida della fede, ‘in mala fede’ o sotto l’egida di ideologie imperialiste che nella post globalizzazione dovrebbero essere relegate nei libri di storia e nei musei a consultazione ologrammatica. Per chi poi pensava ancora che la diplomazia fosse un’arte antica, ha scoperto da un anno a questa parte che Nicolò Machiavelli aveva ragione quando nel suo ‘Principe’ sosteneva che “in guerra l’arte di mediare è utile a procrastinare l’inevitabile, non a scongiurarlo”. Con queste basi possiamo arrivare ai giorni nostri, nella consapevolezza che gli antichi hanno avuto sempre ragione, anche quando sostenevano che l’umanità non riesce a stare lontano dai guai più di un secolo, ed in questo caso mancherebbero una ventina d’anni. Un fatto è scontato e sotto gli occhi del pianeta: mai si era visto un diplomatico inneggiare tanto alla guerra e all’assassinio sistematico di intere popolazioni. Ebbene si, amici cari, nel diritto internazionale invadere un Paese sovrano ed uccidere deliberatamente i suoi abitanti non è solo un crimine di guerra, ma è genocidio sotto gli occhi increduli del mondo che pensava di aver raggiunto benessere, pace e serenità. Il problema è proprio quello sosteneva qualche millennio fa Socrate, è il benessere il tarlo del mondo oltre alle ideologie imperialiste, specie poi se portate avanti da Paesi che guardano all’Occidente con invidia, avidità e disprezzo assoluto della vita umana. Allora l’arma è una sola: attrezzarsi per non essere asfaltati, per dirla alla maniera moderna, ed in questo l’ultimissimo pacchetto di aiuti a Kiev da parte degli USA ci viene incontro. La Cnn ha detto che nei prossimi giorni gli Usa annunceranno un pacchetto di aiuti militari del valore di circa 2,5 miliardi di dollari. Da Washington arriveranno nuovi veicoli Bradley, veicoli da ricognizione Stryker e diversi veicoli da trasporto con capacità antimina. Dovrebbero essere incluse le GIsdb, delle bombe plananti con un motore a razzo che assicurano una gittata fino a 150km. Bhè che dire? Crimea avvisata mezza salvata. In pratica la capacità di movimento, mezzi corazzati e attacco in profondità sono cose che Kiev chiede dall’inizio del conflitto, ma gli alleati danno luce verde solo ora. All’orizzonte potrebbe esserci la possibilità di una nuova offensiva russa tra l’inverno e la primavera (ritenuta probabile sia dal ministero della Difesa che dallo Stato maggiore ucraino). Al contrario i piani occidentali potrebbero essere quelli di dare armi all’Ucraina per mettere pressione sulla Crimea e spingere la Russia a trattare. In ogni modo la si metta, le prossime settimane saranno cruciali nella guerra di Putin contro l’Ucraina, anche in considerazione del fatto che l’inquilino del Cremlino è disposto a sacrificare milioni di soldati pur di non perdere la faccia, non potendo utilizzare l’arma nucleare. Come già spiegato da flotte di analisti militari, un attacco da nord, quindi dalla Bielorussia, magari con l’aiuto diretto di Lukashenko, provocherebbe solo decine di migliaia di perdite in vite umane e miliardi di soviet rubli in mezzi e logistica. Gli Ucraini non solo controllano il confine, ma ne hanno minato ogni centimetro per rendere ancora più devastante la carneficina nell’assalto. Qualcuno pensa che solo allora i Russi si renderanno conto di quello che sta scucendo e allora saranno inarrestabili come nel 1917. E’ quello che sta aspettando il mondo? in molti se lo chiedono, e qualcuno è addirittura arrivato a sostenere che è già in allestimento un mega patibolo che tra non molto potrebbe fare il suo ingresso nella piazza rossa al centro di Mosca.

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