Meglio due feriti che un morto! È questo il responso di Inter-Napoli,finita 1-1 dopo 93′ di gioco in cui sia Inzaghi che Calzona, reduci dalle delusioni Champions, hanno cercato il rilancio schierando le migliori formazioni possibili. Più penalizzato il Napoli senza Osimhen con Raspadori preferito a Simeone al centro dell’ attacco. Partita bloccata e con manovre di disturbo tentate da entrambe le parti con tentativi di pressione soprattutto. Meglio l’ Inter con il Napoli costretto ad un giro palla lento,prevedibile, spesso fuori misura e con Meret sugli scudi. Superata la metà del primo tempo gli azzurri grazie anche ad un ritmo non proprio ossessionante di gara hanno preso le misure e tutto sembrava avviarsi per uno 0-0 al riposo quando l’ Inter sfruttando un rilancio lungo di Sommer riusciva ad imbastire un attacco che Bastoni chiudeva con un cross all’ indietro sul quale Darmian era il più furbo e veloce a staccarsi dai difensori azzurri schiacciati tutti verso Meret e con Lobotka in ritardo in chiusura. La ripresa dopo un inizio veemente interista ha visto pian piano il Napoli prendere campo e cercare di arrivare a Sommer con maggiore intensità e pericolo. Senza fare sfracelli il Napoli usciva bene sulle fasce e complice l’ ingresso di Mario Rui e Cajuste al posto di Oliveira e Traore’ aumentava la pressione anche per la stanchezza che l’ Inter iniziava ad accusare dei 120′ di Madrid. Il pareggio arrivava comunque meritato ad una decina di minuti dal termine grazie ad un colpo di testa di Juan Jesus lasciato inspiegabilmente solo sul palo lontano dopo un calcio d’angolo battuto dal Napoli e deviato di testa all’ indietro da Bastoni. Gli ultimi minuti vedevano l’ Inter cercare di ritornare in vantaggio ma senza quella forza fisica e mentale che sarebbe servita.Un pareggio dunque che fa muovere la classifica ad entrambe le squadre ma che può soddisfare,in qualche modo, solo i neroazzurri. Per il Napoli e per Calzona, ancora imbattuto in campionato, un altro risultato positivo grazie anche ai giocatori sui quali il tecnico ha puntato sin dal suo arrivo per risolvere problemi e conflitti non solo di ordine tattico. La gara ha infatti certificato che tra Inter e Napoli 31 punti di differenza non esistono proprio. Il mea culpa lo devono fare tutti, dalla proprietà ai giocatori e ai tecnici che si sono susseguiti. Anche Calzona, a nostro avviso, nel secondo tempo con l’ Inter in netto calo fisico, avrebbe potuto osare qualcosa in più inserendo Simeone al posto di Traore’ per passare ad un più coraggioso 4-2-3-1. Restano nove gare per recuperare almeno la quinta piazza, ora della Roma, distante 6 punti. Serviranno però possesso palla e palleggio veloce con le giuste dosi di cattiveria per certificare la differenza di qualità con le squadre che precedono gli azzurri.