La giornata numero ventotto del campionato rischia di diventare per il Napoli la giornata dell’ occasione perduta. Avrebbe potuto accorciare di tre punti sul Bologna, sconfitto dall’ Inter ingiocabile di questa stagione, e di due su Roma, Atalanta e sulla Fiorentina, ma il pareggio del Maradona contro il Torino ha lasciato solo il sapore amaro del senso di incompiutezza che sta contraddistinguendo la stagione degli azzurri. Contro i granata schierati con una difesa a tre che diventava anche a cinque in fase di non possesso, il Napoli pur prendendo il comando delle operazioni, nel primo tempo non ci ha messo né forza né orgoglio contro una squadra attenta e sempre pronta al fallo tattico per spezzare il ritmo agli uomini di Calzona. E quando il Napoli manovra tenendo basso il ritmo dei movimenti e del giro palla non fa altro che agevolare l’ avversario che tiene sotto palla almeno nove dei dieci giocatori di movimento. Una partita a scacchi, insomma, con il duello tra Buongiorno e Osimhen che ha esaltato il granata e le capacità difensive del Toro, pur privo di elementi come Ricci, Tameze e di Sanabria in panchina. Poi nella ripresa s’è vista una squadra più decisa, con la giusta aggressività ed il vantaggio di Kvara sembrava che tutto fosse già scritto …Ma questo Napoli anche con indubbi miglioramenti tattici, atletici e di volontà sembra incapace di restare in partita con la testa più che con le gambe ed il pareggio subito dopo pochi minuti dal vantaggio tanto faticosamente raggiunto ha confermato non solo le amnesie e gli errori di una difesa troppo spesso superficiale ma ha anche certificato la mollezza e la fragilità nervosa e mentale di un gruppo che non è riuscito a mantenere l’ attenzione, la grinta, la sicurezza feroce della scorsa stagione.
E con questa occasione sprecata si va a Barcellona a giocarsi il passaggio ai quarti di finale di Champions League. Servirà un altro Napoli, servirà tanto Napoli per andare ad affrontare una delle squadre più blasonate al mondo che ha come un dovere avere nel mirino la vittoria in Champions. Non è il Barcellona di Messi, Iniesta e Xavi, ora in panchina, ma è squadra giovane, orgogliosa e di temperamento con elementi di classe e d’esperienza come Gundogan e Levandowski in grado di fare la differenza. Da Calzona non ci attendiamo stravolgimenti tattici ma una scelta dell’ undici ragionata che dia più copertura in ampiezza e due linee ben compatte in fase di non possesso che riescano a evitare il più possibile pericoli in area. Servirà, insomma, un Napoli che giochi con attenzione, scrupolo, massima concentrazione e la giusta mentalità conditi da un buon ordine tattico e dall’ assenza di timori riverenziali verso i blaugrana. Non giocare al Nou Camp può aiutare ma quel che conterà saranno soprattutto la grinta e la voglia di fare bella figura del gruppo. La squadra, come ha detto Calzona, può crescere ancora. Un pizzico di fortuna, come contro la Juventus, in questo momento non guasterebbe per migliorare convinzione, fiducia e autostima dei singoli e del gruppo. Domani per il Napoli è un altro giorno…Via col vento, favorevole, a Barcellona. Tenere in scacco un Barca che punta alla Champions per salvare la stagione sarebbe il segnale più importante per il futuro che inizia già domani.