di Anna Lepre

In pochi giorni il Governo ha fornito risposte parzialmente rassicuranti per il Mezzogiorno. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha quantificato in circa un miliardo e ottocento milioni le risorse che saranno messe in circolo per effetto di emendamenti alla manovra di bilancio. 

In particolare, sarà prorogato il credito d’imposta per le imprese che acquistino beni strumentali nuovi da utilizzare in strutture produttive localizzate in Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Sardegna o Sicilia. Sarà prorogato anche il credito d’imposta per le Zes, così come quello maggiorato per gli investimenti in ricerca e sviluppo a favore delle imprese operanti nel Meridione. Completa il quadro il riconoscimento, anche per il prossimo anno, del bonus fiscale per le spese di installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari del Sud.

Come si vede, si tratta di una serie di conferme di sostegni già operanti e che, in un primo tempo, erano stati esclusi dalla manovra in atto. È di certo un fatto positivo, e c’è inoltre un tassello da aggiungere, che farà sì che il pacchetto Mezzogiorno varato dall’Esecutivo consenta di riaffermare fino in fondo le misure finora assicurate alle imprese del Sud per navigare contro vento, malgrado le tante diseconomie ancora presenti rispetto ad altre aree del Paese. Si tratta del via libera dato dall’Unione Europea per il proseguimento della decontribuzione a vantaggio delle imprese che assumano donne e giovani di età inferiore a 36 anni. Nell’autorizzare il rinnovo della ‘decontribuzione Sud’ sono stati previsti un aumento del budget di 5,7 milioni di euro e un incremento del tetto massimo concedibile a titolo di esonero per impresa fino a 2 milioni.

La richiesta di rinnovo era stata avanzata dal Ministero del Lavoro. Il provvedimento è orientato infatti innanzitutto a promuovere occupazione, un bene che nel Sud continua a essere relativamente scarso.

Al riguardo, va tenuto conto che le risorse pubbliche sono limitate. In tal senso, ridurre l’importo destinato al reddito di cittadinanza per la parte relativa a giovani pienamente occupabili può contribuire a spostare fondi a favore del lavoro produttivo, sottraendoli all’assistenza tout court. Se poi il Governo saprà accelerare anche sulle misure del Pnrr finalizzate ad assottigliare il divario territoriale, per il Mezzogiorno potrebbe cominciare davvero una nuova stagione di sviluppo.

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