di Anna Lepre*


La buona notizia è che i prezzi dell’energia e delle materie prime stanno calando. I venti miliardi stanziati dalla Legge di Bilancio per sostenere famiglie e imprese potrebbero bastare. In queste condizioni anche il traguardo di un deficit 2023 contenuto al 4,5 per cento potrebbe diventare realistico.

Al di là della congiuntura, che nelle attuali drammatiche condizioni internazionali conta, eccome se conta, c’è la prudenza del governo, assicurata in prima persona dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti. Confermando di avere la caratura per gestire un dicastero così delicato, l’esponente della Lega ha fatto sapere che si atterrà rigorosamente al principio che qualsiasi taglio alle tasse dovrà essere finanziato con riduzione della spesa o con nuove entrate. Niente ulteriori squilibri di bilancio, insomma.

Tradotto in politica concreta, questo principio guida è servito per contenere l’entità della manovra di fine anno in poco più di una trentina di miliardi. E, siccome una ventina sono destinati a contrastare il caro bollette e buona parte del resto servirà a supportare provvedimenti già definiti dal precedente esecutivo, ci sarà davvero molto poco da grattare al fondo del barile per soddisfare ulteriori esigenze o appetiti.

Non significa che impegni e promesse elettorali non verranno almeno in parte mantenuti. La revisione del reddito di cittadinanza, ad esempio, dovrebbe essere al punto di arrivo e, con i risparmi effettuati, consentire di ricavare qualche risorsa per irrobustire un taglio al cuneo fiscale che, altrimenti, rischierebbe di essere davvero troppo esiguo. Ma quello che più conta è che i programmi dell’esecutivo dovranno svilupparsi in un arco di tempo quinquennale e ci sarà dunque tanta strada da compiere per poter perseguire gli obiettivi dichiarati dalla coalizione vincitrice. A cominciare da quello di una più drastica riduzione della pressione fiscale.

Ne è pienamente consapevole il capo del Governo. Non è certo un caso che Giorgia Meloni abbia avuto diversi colloqui con Mario Draghi prima della nomina, quando ormai era chiaro il risultato del voto.

La vulnerabilità dei conti pubblici nazionali rende necessario rispettare regole del gioco definite dall’appartenenza all’Unione Europea. Quando il Presidente del Consiglio ha riaffermato l’importanza di restare a pieno titolo nell’alleanza atlantica e di far parte dell’Unione, ha di fatto messo la firma anche alla ponderata elaborazione della Legge di Bilancio per il 2023 targata Giancarlo Giorgetti.

  • Dottore Commercialista, Direttore Centro Studi Lepre Group
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