di Gianni Lepre*

3.438 imprese finanziate, 255 milioni di euro di investimenti, ben 13.562 nuovi occupati. Napoli, da sola, realizza un quarto dei posti di lavoro nati grazie all’agevolazione Resto al Sud. Anche la Campania nel suo complesso è la regione leader. Le realtà supportate dall’agevolazione finora risultano 7.042, poco più del doppio del capoluogo regionale. Gli investimenti totali in Campania ammontano a poco meno di 515 milioni, per 26.782 occupati.

La regione tutta, insomma, è la protagonista assoluta nella classifica di chi ha meglio utilizzato, a distanza di cinque anni dall’avvio, l’incentivo gestito da Invitalia che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali da parte di soggetti che abbiano un’età ricompresa tra i 18 e i 55 anni.

Sarà interessante approfondire, con indagini strutturate, l’andamento dei percorsi originati da uno strumento che ha riscosso un così ampio successo. Potrà essere utile anche per comprendere come e dove intervenire per perfezionarlo. Si può, tuttavia, fin d’ora rimarcare il fatto che Napoli e la Campania non possono essere ridotti alla facile etichetta del primato nella fruizione del reddito di cittadinanza. Ci sono tantissime persone, moltissimi giovani, disposti a mettersi in gioco con lavoro autonomo e creazione di piccole imprese. Le migliaia di beneficiari di Resto al Sud hanno potuto farlo perché sostenuti nella fase di avvio, quando mancavano capitali anche modesti per partire ma si avevano idee vincenti, progetti in grado di vincere la sfida del mercato.

Resto al Sud non può, naturalmente, essere sufficiente per dare risposte alla fame di lavoro nel Mezzogiorno o per creare i presupposti per un suo riscatto. Serve ben altro. Ma occorre pur segnalare che la grande risposta data dai campani avrebbe potuto avere dimensioni perfino maggiori, e non di poco, se solo la burocrazia non avesse pesato, al solito negativamente, nel rallentare procedure di accesso e nel disilludere aspettative a causa della tortuosità di norme e iter amministrativi.

Chi scrive ha potuto verificarlo affiancando, in moltissimi casi fortunatamente con esito positivo, chi si è cimentato a formulare richieste presentando progetti spesso di notevole qualità.

Se si superano questi colli di bottiglia, Resto al Sud può contribuire ancora di più alla creazione di ricchezza, a rilanciare l’economia locale, a produrre posti di lavoro, ad aumentare la base imponibile, incrementando le entrate dello Stato.

*Economista, Pres. Commissione Reti e Distretti Produttivi ODCEC Napoli

5 pensiero su “L’Opinione: Campania leader di Resto al Sud ma si può fare ancora di più”
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