Il Ministro per gli Affari europei, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto, si prepara ad annunciare un rimescolamento delle carte. Alcuni interventi, previsti nel Pnrr, non possono essere realizzati entro la data ultima del 31 dicembre 2026. Saranno pertanto ‘dirottati’ sulle risorse della nuova programmazione europea 2021-2027, che dovrebbe avere come ‘deadline’ per la spesa effettiva delle opere varate il 31 dicembre 2030.  Fitto, naturalmente, non rinuncerà a impiegare i fondi del Pnrr, ma, con un colpo da prestigiatore, apposterà gli importi, defalcati dagli interventi slittati sulla nuova programmazione, su nuovi capitoli di spesa. E, a quanto pare, ce n’è uno che potrebbe consentire una forte accelerazione delle erogazioni. Si tratta del piano Repower Eu, presentato il 18 maggio 2022 dalla Commissione europea per porre fine alla dipendenza dell’Unione europea dai combustibili fossili della Russia e affrontare la crisi climatica. Questo cambiamento di scenario non dovrebbe penalizzare il Mezzogiorno. Anzi, stando alle ripetute dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, se l’Italia è destinata a trasformarsi in tempi brevi nel grande hub energetico del Mediterraneo, è soprattutto nelle sue regioni meridionali che questo progetto potrà realizzarsi. Per spiegare, poi, la ragione fondamentale per cui questa metamorfosi dovrebbe potersi concretizzare entro le scadenze previste dal Pnrr, basta osservare i nomi dei protagonisti imprenditoriali cui sarà demandata l’operazione: soggetti attuatori come Enel, Eni e Terna. Con l’Eni che ha visto recentemente confermato alla guida Claudio Descalzi, un top manager da molti ritenuto il degno successore di Enrico Mattei. A confortare questa linea di tendenza favorevole per il Sud ci sono anche i ripetuti viaggi del Presidente Meloni in Africa, quasi a porre le fondamenta per un asse privilegiato tra il continente nero e l’Italia, quale paese avamposto di un’Europa che ridisegna strategie geopolitiche, si emancipa da dipendenze pericolose e, finalmente, riconosce le grandi potenzialità di un maggiore dialogo, non soltanto sull’energia e non solo economico, con un’area del mondo finora colpevolmente trascurata. Naturalmente, buona parte del Pnrr resterà in piedi. Sarà, a tal riguardo, essenziale che vengano eseguite le opere prioritarie per ridurre il divario infrastrutturale del Sud, a partire dai trasporti, dalla logistica e dall’intermodalità. Ma su questi aspetti sarà bene riflettere dopo avere conosciuto nel dettaglio le modifiche decise dal Ministro.