il 14 giugno ricorre il 188 anniversario della morte di Giacomo Leopardi, e la casa editrice Nibiru Media Leader 2.0 con il volume Infinito Leopardi 4, a cura di Agostino Ingenito, fa emergere alcuni studi scottanti sul periodo di vita e morte di Leopardi a Napoli
In occasione del 188 anniversario della morte di Giacomo Leopardi, avvenuta il 14 giugno 1837 a Napoli, dal libro Infinito Leopardi 4, edito da Nibiru Editore, e a cura di Agostino Ingenito, emergono alcuni elementi davvero intriganti sugli ultimi istanti della vita dell’autore de L’Infinito, della sua sepoltura e di menzogne raccontate e scritte negli anni successivi dall’amico napoletano Antonio Ranieri. A rilevare aspetti sorprendenti è il docente universitario Carlo Di Lieto, autore di diverse pubblicazioni su Leopardi. “Con la nostra associazione Leopardi e Napoli, legame indissolubile, stiamo portando avanti da circa un ventennio la necessità di svelare il percorso di vita e morte di Leopardi a Napoli – dichiara Agostino Ingenito – Alla luce delle ultime novità emerse nel nostro testo collettaneo, insistiamo nel chiedere che il Ministero autorizzi la verifica sui resti conservati al Vergiliano”. Secondo quanto emerso dagli studi e testimonianze successive, raccolte dal docente di letteratura italiana al Suor Orsola Benincasa, Antonio Ranieri mentì consapevolmente riguardo alla morte e alla sepoltura di Giacomo Leopardi, avvenuta a Napoli il 14 giugno 1837 durante l’epidemia di colera. Le sue affermazioni ufficiali – in particolare quella secondo cui le spoglie del poeta sarebbero state sepolte nella chiesa di San Vitale – si rivelano false. In realtà, il corpo di Leopardi fu probabilmente gettato in una fossa comune assieme ad altri cadaveri di colerosi, coperti da calce viva e pietra vesuviana, secondo le pratiche sanitarie dell’epoca. “Ranieri costruì intorno alla morte dell’amico un racconto mistificatorio, sostenendo di aver fatto imbalsamare il corpo con il “metodo tranchiniano”, mediante un’iniezione di arsenico e sublimato corrosivo, tecnica che avrebbe dovuto conservarlo per decenni. Tuttavia, questa procedura non funzionò, e il corpo andò comunque perduto. L’uso di dettagli tecnici da parte del Ranieri (probabilmente appresi nel suo periodo di apprendistato agli Incurabili) serviva a conferire credibilità alla sua versione, ma in realtà faceva parte di una messinscena finalizzata ad accreditarsi come unico erede della memoria di Leopardi. A rafforzare il sospetto del suo comportamento scorretto vi è anche la questione dello Zibaldone: Ranieri negò per anni l’esistenza del manoscritto, che fu poi ritrovato nella sua casa, affidato alle domestiche. Scrisse persino al padre di Leopardi, Conte Monaldo, affermando che non ne sapeva nulla, quando invece lo aveva con sé. Il fatto che nello Zibaldone manchino annotazioni del periodo napoletano alimenta l’ipotesi che Ranieri abbia distrutto o nascosto pagine compromettenti.” Nel volume 4 di Infinito Leopardi emergono anche altri particolari sul periodo napoletano di Leopardi, come per il testo scritto dal giornalista Roberto Russo che fa emergere rapporti con la massoneria in una villa di Portici, con incontri e riunioni a cui avrebbe partecipato lo stesso Leopardi. Tra gli autorevoli interventi, troviamo anche un testo di Agostino Ingenito che compie un’analisi del rapporto tra Leopardi e il contesto politico del suo tempo con comparazioni sul concetto di Patria, sovranismo e nazionalismo. Il docente d’ateneo Gabriele Pulli con un’indagine sui temi dell’infinito presente nella poetica leopardiana. Riccardo De Stefano che riflette sul concetto di tempo nell’opera del poeta. Il poeta Corrado Calabrò che effettua una celebrazione poetica ispirata alla figura di Leopardi. Giuseppe Gargano che pubblica un confronto tra illuminismo e romanticismo attraverso la lente leopardiana. Marco Scicchitano con un’analisi della trasformazione della visione poetica di Leopardi nel corso della sua vita. Michele Giannini che esamina il tema dell’infinito nella poesia leopardiana. Carmela Politi Cenere, con un interessante confronto tra Giacomo Leopardi e Emily Dickinson. Lorenza Rocco che esplora le intersezioni tra i pensieri dei due intellettuali. Nicola Prebenna con un breve sguardo sui temi esistenziali presenti nell’opera di Leopardi. Raffaele Urraro con una riflessione critica sull’opera di Leopardi. Pasquale Giustiniani che propone un’analisi contemporanea del pensiero leopardiano.