La denuncia Svimez in ordine alla gestione del Pnrr sulla scuola è sacrosanta. Dagli asili nido alle mense scolastiche, fino alle palestre, nei fatti il Piano nazionale di ripresa e resilienza si sta realizzando esattamente nella direzione contraria a quelle che erano le sue finalità di coesione territoriale. Il recente rapporto sottolinea il paradosso senza mezzi termini: “Le tabelle evidenziano come, di frequente, le province con i maggiori fabbisogni tendano a collocarsi nella parte più bassa della graduatoria delle risorse procapite ricevute”.  È così che in una provincia come Ferrara, dove si è già ampiamente superata la percentuale di copertura di asili nido prevista come obiettivo essenziale delle prestazioni (36,5% dei bimbi con età inferiore a 3 anni, a fronte di uno standard fissato al 33%), i finanziamenti erogati sono pari a 2831 euro per ciascun bambino. Chi riceve appena 589 euro per bambino è Caltanissetta, dove la copertura attuale è di appena il 5%. Incredibile anche quanto accade per le mense scolastiche. Ci sono alla base differenze enormi: realtà come Torino, che ha una copertura dell’89,8%, contro i modestissimi 4,7% di Palermo e 5,7% di Napoli. Ebbene, le risorse assegnate premiano il capoluogo piemontese, che per gli scolari delle primarie riceverà cinque volte l’importo di Palermo, provincia in coda alla graduatoria, mentre Napoli è comunque tra le ultime, al settantasettesimo posto. I motivi per cui queste assurdità si materializzano sono diversi, ma il principale era ben noto in partenza, e riguarda l’insufficienza amministrativa degli enti territoriali meridionali, sia sul fronte della capacità progettuale e delle competenze specifiche, sia su quello meramente numerico. Poco serve questionare se tali carenze, come pare documentato dai conti pubblici territoriali, derivino innanzitutto dalla iniqua ripartizione delle risorse ordinarie dello Stato, che penalizza il Sud. Qui il problema è un altro: se i Governi centrali (da Draghi a Meloni) sono consapevoli del problema, perché non si è attrezzata una task force nazionale che desse corpo all’obiettivo Pnrr di ridurre le distanze Nord-Sud? La Svimez auspica che si possa recuperare con i fondi europei 2021-2027 e i fondi coesione nazionali. Al momento, purtroppo, sembra solo un pio desiderio, visti gli insuccessi delle passate tornate e, soprattutto, la sostanziale indifferenza con cui la politica nazionale, a prescindere dal colore della colazione che governa, continua a trattare la questione meridionale. È un errore che, alla lunga, può pagare l’intero Paese.