Sarà il gran caldo di questo periodo, sarà l’ improvvisa invasione di vagonate di petrodollari catarioti e sauditi nel calcio europeo ma stiamo assistendo a un’estate di straordinarie folliein grado di sconvolgere l’intero quanto fragile ecosistema calcistico continentale. Mbappe, icona del PSG, rifiuta 300 milioni a stagione dall’Al Hilal,club saudita controllato dal PIF ( Public Investimento Fund) che ai proprietari del club francese ( padroni del fondo sovrano del Qatar), un tempo politicamente poco amichevoli tra loro, ha offerto 200 milioni per pagare il cartellino del giocatore. Altrettanto, ma su cifre nettamente più basse ma comunque fuori dalla portata anche dei top club europei, ha fatto Ciro Immobile e, per ora, anche Aurelio De Laurentiis e Victor Osimhen, hanno respinto una barca di milioni tra soldi al Napoli e ingaggio all’ attaccante nigeriano. Non hanno resistito al fascino dell’Arabia Saudita, per cifre meno clamorose ma comunque fuori mercato per l’ Europa, Brozovic,ex Inter, Milinkovic-Savic ex Lazio, Marco Verratti compagno di Mbappe’ al PSG e Koulibaly ex colonna difensiva del Napoli. Ingaggi minimi, si fa per dire, tra i 20 e i 30 milioni a stagione per un triennio. C’ è poi l’ affare Lukaku che, con il clamoroso caso Mbappe’, ha scosso il mondo predatorio italico. Perché se il francese ha rinnegato il PSG, il belga si è clamorosamente negato all’ Inter, cui aveva giurato eterno amore non più tardi di tre settimane fa, per promettersi ai rivali della Juventus.
Procedendo in ordine tecnico ed economico Mbappe’ e’ la bomba improvvisa di questo mercato che ancora non decolla ma fa già scintille. Il fuoriclasse francese ha un accordo di fatto con il Real Madrid che deve sostituire Benzema, ormai in là con gli anni e che ha fatto anche lui la scelta saudita, ma il PSG essendo il contratto in scadenza gli ha imposto l’out-out ” o rinnovi o stati fermo a un anno”. Il giocatore non ha accettato il diktat societario, non è stato convocato per la tournée in Giappone e si sta allenando con la seconda squadra. Nel frattempo gli arabi dell’ Al Hilal avanzano la mega offerta al club, che accetta, e al giocatore che invece rifiuta. Per Lukaku invece, ancora più si può parlare di “alto tradimento”. Aveva giurato eterno amore all’ Inter, ai tifosi, a Inzaghi,poi ha twittato altro facendo capire di essere stato tradito e s’è promesso agli storici rivali dell’ Inter. Forse mal consigliato, forse convinto di poter decidere il proprio futuro, per ora si ritrova in attesa snervante perché l’Inter lo ha scaricato, Pochettino neo allenatore del Chelsea non lo ritiene idoneo al suo progetto tattico e la Juve ha il problema di cedere Vlahovic per il quale chiede circa 80 milioni che non sono proprio spiccioli. In questo bailamme chi ci capisce qualcosa è un mago…Chi avrebbe immaginato che una della icone juventine, Quadrado, avrebbe fatto il percorso inverso infilandosi la maglia nerazzurra nonostante le proteste dei tifosi interisti? Per ora sembra che quello dei traditori sia il male di stagione. Ma i più giovani forse dimenticano i “continui” tradimenti di Bobo Vieri, di Baggio, di Serena, Altafini “core n’ grato”, di molti anni fa. Oggi più che mai, in realtà, i giocatori vanno non dove li porta il cuore ma dove c’è abbastanza denaro da…vedere per comprare…gol e cammello. E tutti questi giocatori ancora giovani hanno abbandonato il calcio “che conta” per i milioni, tanti, della Saudi Pro to League. Riconoscenza e rispetto verso i tifosi non abitano più tra club e giocatori. Fate affari e’ la ragione sociale dei club ma e’ pur vero che i tifosi sono parte e vogliono sentirsi partecipi di un sentimento come il tifo che li emozioni. Un bene immaterialea assolutamente concreto perché e’ quello che tiene in vita e da luce al calcio. Ci sono meno soldi in giro e quelli arabi fanno gola un po’ a tutti, ma servono equilibrio e buon senso perché il rapporto club/giocatori-mercato-tifo non si deteriori in modo irreparabile. Molti parlano, pensano e agiscono come se nulla stesse accadendo e come se i soldi arabi fossero la panacea del calcio futuro. Attenzione, perché in tal modo il calcio, da fabbrica delle emozioni per milioni di persone, sembra stia diventando un teatro dell’ assurdo.