Come rilevato in altre occasioni, a Napoli sta crescendo la domanda di turismo di qualità. Si stanno realizzando strutture per accoglierlo, ma serve un forte impegno delle istituzioni per accompagnarlo con un’offerta collaterale all’altezza di una tipologia di consumatore più sofisticata.

È auspicabile che gli impegni assunti dal Comune di provvedere anche in tal senso vengano mantenuti. Nel frattempo, la fascia di visitatori predominante è quella medio-bassa. Occorrerà governare il fenomeno senza frenarlo (sarebbe un autogol), ma evitando al contempo che possa determinare degrado nei quartieri cittadini. Uno dei fenomeni su cui vigilare con rigore è la proliferazione di bed and breakfast e di pizzetterie, su cui peraltro Palazzo San Giacomo sembra avere appuntato la sua attenzione.

Un punto va ribadito: Napoli non deve fare e non farà la ‘fine’ di Venezia, città praticamente svuotata dai cittadini per diventare un magnifico quanto malinconico inno alla bellezza. Ma Napoli turistica uno scotto lo dovrà pur pagare, come da decenni hanno fatto città vive, vivissime, come Roma o Firenze. Esempi da non imitare per quello che riguarda i difetti (pensiamo al traffico e all’emergenza rifiuti della capitale, che Napoli ha superato anche se il ciclo completo deve essere ancora realizzato), ma che non devono indurre a stoppare una grande fonte di ricchezza come il turismo. In altri termini, qualche disagio in più per i residenti nel centro storico è inevitabile, a meno che non si voglia respingere una gallina dalle uova sempre più d’oro.