Nel calcio contano i numeri e a 90′ dalla fine del campionato la classifica recita Napoli, punti 79 e Inter 78. Anche a Parma si è sofferto fino all’ ultimo minuto e soprattutto si è giocato con l’ orecchio a San Siro dove la Lazio di Pedro ha strappato un pareggio che,alla resa dei conti,servirà solo al Napoli. E comunque, adesso, il principio di gioco di Conte, prima non prenderle, comincerà a star bene pure ai seguaci del bel gioco e dello spettacolo. Solo 27 reti subite e ben 18 volte la rete inviolata dicono che i soli 57 gol realizzati,quinto attacco del torneo, potrebbero essere sufficienti per vincere un campionato mediocre ma incerto e emozionante fino alla sua fine. A conferma di quanto predicavano i padri del nostro calcio, Rocco e Herrera in primis, e cioè che non subire reti è premessa indispensabile per non perdere e sfruttare al massimo le occasioni in attacco. Non ha entusiasmato il Napoli di Parma ma tre legni dicono pure che la squadra ci ha provato a vincerla senza tuttavia voler rischiare e rimanendo comunque fredda e lucida anche quando da Milano giungevano notizie non certo favorevoli con l’ Inter in vantaggio. Ma la Dea Eupalla, evidentemente ha restituito agli azzurri quello che non ha voluto concedere loro al Tardini con il rigore di San Siro che ha fissato non senza polemiche il 2-2 finale tra Inter e Lazio. Un Napoli ben lontano da quello che avrebbe dovuto divertire e produrre spettacolo secondo moltissimi tifosi. 23 vittorie e 9 pareggi con solo 4 sconfitte dicono pure che rispetto alle altre “grandi” la squadra di Conte ha dimostrato una solidità tattica e di carattere che ne hanno sin qui fatto l’ undici con maggiore continuità in 37 gare. La squadra ha vinto e ha superato momenti di grande difficoltà recuperando punti sull’ Inter tra la trentesima e trentacinquesimo giornata pur avendo tanti infortunati e una flessione atletica abbastanza evidente. Il carattere,la voglia di raggiungere l’ obiettivo hanno costretto Conte a cambiare più volte anche il sistema di gioco, facendogli abbandonare quello che molti hanno ritenuto il suo dogmatismo tattico che nel Napoli sembrava essere il 4-3-3.
A Parma, quando sembrava che solo la vittoria potesse servire, Conte ha abbandonato ogni remora difensiva finendo con tre punte e due centrocampisti offensivi come Mctominay e Billings. Si è finito al livello della rivoluzione copernicana dovuta al disperato tentativo di doverla vincere. Eupalla, però, aveva evidentemente deciso di non dispiacere né i tifosi azzurri né quelli del Parma e gli echi dei risultati che sono arrivati da Milano e da Cagliari hanno dato un senso positivo anche ad uno 0-0 che alla vigilia non sarebbe servito a nessuna delle due squadre. Restano gli ultimi 90′ per mettere la ciliegina sulla torta e scrivere per la quarta volta la Storia del campionato. Andiamoci piano contro il Cagliari già salvo. Il sano realismo che ha connotato la stagione di Conte e degli azzurri non può subire uno smacco ad un metro dal traguardo. Gli azzurri, spinti dai cinquantamila del Maradona hanno un solo dovere, quello di vincere contro una squadra che verrà a giocare con testa sgombra e voglia di dare una gioia ai propri tifosi facendo uno sgambetto ai potenziali campioni d’ Italia…
Perciò Napoli, calma e all’ attacco con giudizio, con leggerezza, sapendo che questo titolo sarebbe il più sofferto e quello meno atteso da tutti… Soprattutto dai favoritissimi avversari. Il più bello, come il primo, più del primo, sapendo che in campo non c’è stato un dio del calcio ma tanti operai specializzati che hanno fatto squadra.