Siamo fermamente convinti che in questa stagione il Napoli, anche e soprattutto per demeriti di altre squadre,sia andato oltre le reali potenzialità e possibilità che la rosa per qualità tecnica consentiva. Ciò premesso tuttavia, se gli azzurri e il presidente De Laurentiis non riusciranno “a fare la Storia” ma potranno solo leggerla “come primi degli sconfitti”, come ha chiosato Conte in una delle ultime conferenze stampa, significa che qualcosa si è comunque sprecato e anche il tecnico qualche errore di idee e di valutazione sul campo l’ ha commesso.
Sarebbe comunque una “Storia” utile da leggere per tutti,dirigenza, giocatori e allenatore staff compreso.
Perché l’ Inter di Marotta e Inzaghi,se dovesse vincere,pur affaticata da oltre 50 partite ufficiali, è riuscita ad arrivare da protagonista in quasi tutte le competizioni dove la squadra era impegnata, centrando la seconda finale di Champions League in tre stagioni. Nessun “miracolo” per carità perché Marotta, da anni il miglior dirigente calcistico che sa di calcio e di gestione amministrativa, è riuscito a progettare e costruire un calcio sostenibile sotto l’ aspetto economico e quello tecnico riuscendo anche a mettere a posto anno dopo anno i debiti accumulati da precedenti proprietà. Inzaghi lo ha seguito in questo percorso e alla luce delle diverse esigenze della moderna calcio-industry è cresciuto anch’egli nell’ idea di un calcio da interpretare diversamente con tutti gli elementi della rosa disponibili e utilizzabili. Chiamatelo turn over o come volete, per noi è il nuovo modo di vivere il calcio senza titolarissimi fissi ma con una gestione del gruppo nuova. I cambi, le rotazioni,le sostituzioni di Inzaghi sono nella testa, nella filosofia di un tecnico che con naturalezza ha gestito una stagione stressante impiegando tutte le risorse a disposizione. Certo qualche passaggio a vuoto l’ ha avuto anche l’ Inter ma la squadra ha acquisito valori e identità riconoscibili anche quando Inzaghi ha cambiato 7 o 8 interpreti subendo non poche critiche da parte dei soliti soloni da scrivania. La società, con Marotta in testa, ha sempre supportato il tecnico che pur sentendo le “pressioni” soprattutto esterne,le ha superate senza apparenti difficoltà contando sulle capacità e qualità del gruppo senza mai dare l’ impressione di essere insoddisfatto o sotto esame.
Si può dire lo stesso del Napoli? Nonostante il primo posto e con la vittoria finale che dipende solo da sé stesso, c’è sempre qualcosa che turba l’ ambiente o qualcuno da criticare sia esso il presidente o l’allenatore.
Gioco poco spettacolare e discontinuo, infortuni muscolari, mancato mercato a gennaio, cambi tardivi e poco utilizzati, alimentano il “rosicare” dei criticoni di professione. Figurarsi dopo il pareggio contro il Genoa. Per carità non è stato il miglior Napoli ma un pareggio dopo 4 vittorie consecutive può starci.Invece, soprattutto dopo il secondo pareggio del Genoa è calato il gelo sulla partita, sui giocatori e sul tecnico. La gara però a 180′ dal termine deve offrire spunti di riflessione a Conte, al presidente De Laurentiis e agli stessi giocatori. Il Conte più deluso che preoccupato di fine gara deve reagire subito per quanto di buono fatto sin qui in vista della gara, secondo noi decisiva, contro il Parma. Ma l’ allenatore si sente stimato realmente da società e ambiente o teme anche il tifo che diventa “cattivo” a Napoli? Contro il Genoa ha rivelato, a nostro avviso, una insospettata fragilità non trovando le contromisure, soprattutto dopo l’uscita di Lobotka, contro una squadra che pressava uomo su uomo costringendo Meret a fare da regista…Confusione, stanchezza fisica e mentale? A pochi giorni da una partita decisiva, forse il presidente invece del suo “silenzio” nel rispetto dei patti dovrebbe fare sentire il suo appoggio con poche ma sentite parole al tecnico e ai ragazzi. Così come ha fatto il pubblico, al triplice fischio, ancora una volta impagabile per il suo modo di incoraggiare e tifare per la squadra stordita per il mezzo passo falso. Squadra e ambiente che devono ritrovare subito forza e energie mentali per ” finire il lavoro” al meglio. Anche perché per l’ Inter, contro la Lazio a caccia di punti Champions, non sarà una partita facile. Due partite trappola a 180′ dalla fine per un campionato incerto e emozionante con un Napoli protagonista a sorpresa e non troppo gradito da certa stampa …Parma, a nostro avviso, segnerà il tramonto di un sogno e,forse, l’ abbandono di un progetto studiato da due forti personalità o l’ alba di un nuovo giorno. Napoli per fare la Storia o solo per leggerla? Domenica sera ne sapremo certamente di più.
