Il Ditale d’Oro è una splendida iniziativa, giunta alla seconda edizione, promossa dalla Confraternita dei Sartori 1351. Si tratta di un concorso rivolto a giovani sarti provenienti da tutta Italia, finalizzato a premiare i migliori talenti di uno dei comparti più affascinanti dell’artigianato d’eccellenza. Ho avuto il piacere di assistere alla premiazione, pochi giorni fa nella Sala Refettorio del complesso di Santa Maria La Nova nel centro storico di Napoli, cogliendo l’occasione, da consigliere del Ministero della Cultura, di ribadire l’interesse e l’impegno del Ministro e del suo Dicastero per la valorizzazione del brand Italia nel mondo.

La passione con cui la Confraternita dei Sartori 1351, a cominciare dalla Presidente Tiziana Aiello e dal Vice presidente Raffaele Antonelli, promuove un’arte che ha fatto di Napoli un centro di eccellenze mondiali nel corso dei secoli (1351 è l’anno di nascita della Confraternita!) merita attenzione e plauso. Dobbiamo infatti perpetuare quello che è bello e che, al tempo stesso, può offrire opportunità di lavoro a tanti giovani.

Per riuscire nell’obiettivo servono sia iniziative come Il Ditale d’Oro, sia una politica che affianchi e supporti la sartoria e le tante altre espressioni in cui il Made in Italy, e per il nostro territorio il Made in Campania, testimoniano la straordinaria capacità produttiva delle antiche botteghe. Botteghe che, con l’innovazione tecnologica, ampliano spazi e confini ma che necessitano di un ricambio generazionale.

È dunque importante che le Istituzioni, a ogni livello, promuovano strategie di consolidamento e di crescita ulteriore per il nostro artigianato più qualificato: dall’oreficeria alla liuteria, dalla ceramica all’arte presepiale.

La strada principale è aiutare i maestri di bottega affinché dedichino tempo e risorse alla formazione di giovani apprendisti. Occorre prendere atto delle difficoltà obiettive di chi quotidianamente deve adoperarsi per fronteggiare la concorrenza e le difficoltà poste dal contesto territoriale in cui agisce, tra cui una burocrazia spesso pedante e piena di tortuose procedure, in attesa che entrino a regime le migliorie decise dal Ministro Zangrillo. Bisogna, quindi, che vengano definiti incentivi sufficienti a rimborsare i maestri per il tempo e il lavoro finalizzati alla formazione, consentendo inoltre a loro di corrispondere un compenso agli apprendisti.

Per l’economia campana e nazionale, i vantaggi sarebbero largamente superiori al costo dell’operazione.