BRUXELLES – Giovedì, i deputati discuteranno e voteranno in via definitiva una nuova normativa che renderà più semplice il confronto fra le retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Per contrastare il divario retributivo tra i generi (gender pay gap in inglese), attualmente intorno al 13% anche se con variazioni significative tra i Paesi UE, le nuove norme – concordate con il Consiglio nel dicembre 2022 – impongono che le strutture retributive siano basate su criteri neutrali rispetto al genere. Inoltre, dovranno essere introdotti dei sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere, osi come dovranno esserlo anche gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative. Infine, i processi di assunzione dovranno essere condotti in modo non discriminatorio. Secondo la proposta, se la dichiarazione obbligatori sulle retribuzioni di un’azienda mostra un divario di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno condurre una valutazione retributiva in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori. I Paesi UE dovranno poi adottare sanzioni dissuasive, comprese ammende, nel caso in cui i datori di lavoro non rispettino gli obblighi della direttiva. Se un lavoratore sarà vittima di una violazione, avrà il diritto di chiedere un risarcimento. Per la prima volta, la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie sono stati inclusi nell’ambito dell’applicazione delle nuove norme.