Se è la somma che fa il totale i 5 gol subito dall’ Inter contro il PSG e i 3 subiti dall’ Italia in Norvegia all’ esordio delle partite di qualificazione ai Mondiali 2026, fanno 8 a 0 e sarebbero già sufficienti per un giudizio globale sullo stato attuale del nostro calcio: indecente, inguardabile organizzativamente, tecnicamente e tatticamente. La Norvegia è sembrata una squadra di alieni per fisicità, velocità di gioco, profondità della manovra e capacità di essere squadra e collettivo nel senso più completo della parola. L’ Italia e Spalletti con i suoi giocatori è rimasta a guardare, come le stelle di Cronin, incapace di opporsi non tanto con il gioco, mai visto per tutto il tempo di gara, ma almeno con un pizzico di orgoglio,di voglia di onorare la maglia, di dignità.Niente di niente. E poiché ai Mondiali americani andrà solo la prima del girone non è peregrino pensare che gli azzurri per la terza volta potrebbero andare ai play-off per noi sempre letali. Lunedì il secondo incontro contro la cenerentola Moldavia. La speranza è che i ragazzi,tutti bocciati tranne l’ esordiente Coppola e l’ incolpevole Donnarumma che però non ha fatto miracoli, abbiano la voglia e la Forza di un riscatto immediato. C’è sconfitta e sconfitta ma quella di Oslo è tra le più brutte e dure subita dalla nazionale. Spalletti rifletta nelle prossime 48 ore e mandi in campo giocatori motivati e che non debbano giocare con l’ ossessione di sbagliare. Orsolini, Lucca, Ricci, Frattesi come unica eccezione tra gli interisti, possono dare quelle linfa nuova che serve terribilmente ad una squadra piatta, incapace di reagire ai tre schiaffi ricevuti da Haaland e compagni. Niente è ancora compromesso del tutto ma siamo già costretti ad inseguire e la speranza è che a novembre quando torneremo ad affrontare i norvegesi le prospettive siano diverse. Il nostro campionato, lo ripetiamo per l’ennesima volta, con il suo tatticismo esasperato stressa giocatori e tecnici in modo incredibile…La necessità del risultato a tutti i costi, anche per le formazioni meno forti, condiziona gioco e giocatori, relegando tutto il sistema italiano ad un gioco lontanissimo da quelli che sono i principi base del calcio moderno: velocità, tecnica, aggressivita’, movimento e forza mai legati ad un solo sistema durante tutta la gara. Siamo una Nazionale alla periferia del calcio mondiale.Bisogna rendersene conto.Occorre una crescita globale da parte di tutte le componenti del nostro sistema calcio. A cominciare da riforme serie e da una stampa che non esalti vittorie e campanilismi con modi provinciali spesso al limite dell’ ortodossia e del rispetto verso i protagonisti. Bisogna darsi una regolata. TUTTI!
I ceffoni del PSG e della Norvegia sono lezioni dure da digerire ma dalle quali si può e si deve ripartire con umiltà, giusta voglia di rivalsa e soprattutto con un progetto serio e concreto per riportare in alto il calcio italiano.
