Il risveglio di Napoli dopo la notte magica è stato dolce quasi come il gol del raddoppio di Lukaku che adagiando in porta la sfera dopo una fuga di 40 metri ha concretizzato il sogno di milioni di tifosi azzurri. A quel gol la squadra ha avuto la sensazione dolcissima che niente e nessuno avrebbe potuto più mettere in discussione lo scudetto.
Secondo titolo in tre stagioni, un cammino incredibile, un prodigio tecnico che si è ripetuto in una sintesi perfetta del lavoro di Conte, dei giocatori, di un “nuovo” De Laurentiis e di un ambiente che non è mai caduto in depressione anche nei momenti più difficili e sofferti della stagione. Allora viene spontaneo chiedersi: e se l’ eccezione,che molti definiscono “O’ Miracolo”, diventasse,non dico regola ma una costante del club di De Laurentiis questa squadra può fare sognare ancora più in grande?
Bisogna riconoscere, una volta di più, i meriti di Antonio Conte, con la sua ossessione di vittoria e la grande capacità di rimotivare un gruppo reduce dal suo anno horribilis con una squadra sempre sul filo della sbandata e senza energie fisiche e mentali. Con Conte c’è stata e c’è adesso semplicemente e orgogliosamente una squadra. Il Napoli ha conquistato meritatamente il suo quarto titolo, sul campo, senza mai specchiarsi nei gol di Mctominay o Lukaku o nel muro granitico di una difesa che è tra le prime in Europa.Il Napoli di Conte è un cocktail di forza, di volontà, di senso tattico e strategico, plasmato con pazienza dentro un progetto che ha previsto,fortissima, la componente mentale.
La squadra, anche nei momenti meno facili, ha sempre saputo cosa voleva e come muoversi per conquistare quello che era l’ obiettivo di Conte ad incarico accettato: arrivare più in alto possibile.
Credo però, e lo dice uno che non sempre è stato tenero col presidente, che sarebbe sbagliato pensare che il Napoli del quarto tricolore sia totalmente dipendente dal tecnico di Lecce. Dovesse chiedere di andare via, come sembra probabile, sarebbe ancora più chiaro che il vero cambiamento l’ ha fatto e portato De Laurentiis in una dimensione e in un modo diverso, più moderno, di essere presidente. Più presente, determinato a rivoltare come un guanto la squadra deludente del dopo scudetto, facendo ammenda degli errori commessi dopo l’ addio di Spalletti e Giuntoli. Un presidente anche più pratico quando mando’ Manna a Parigi per vendere Kvaratskhelia assumendosi la scelta che ha portato alla frizione con il tecnico. Ha avuto ragione sotto l’ aspetto economico, non s’è fatto prendere alla gola dalle richieste esose del Manchester per Garnacho o dalle commissioni di diversi intermediari per altri profili, e, alla fine, anche sotto quello tecnico visto che il gruppo s’è ancora più compattato e stretto al suo allenatore.
Ora però per il presidente arriva il momento più importante e difficile. Una sfida che va raccolta e lanciata anche contro il suo allenatore, che ha un contratto triennale ma che forse preferisce trovare, anzi ritrovate la sua vecchia “Mamma” bianconera…
I tifosi sono impazienti perché il Napoli, dopo questo scudetto, viene sollecitato ad un ulteriore salto di qualità. Non è facile e non è solo una questione di soldi, che il Napoli ha di sicuro più di molte altre società del nostro campionato. In primo luogo va preso, se Conte ringrazia e se ne va non volendo affrontare una stagione con una Champions tutta da vivere, un allenatore di provata esperienza e di capacità perché il Napoli contiano ha una fisionomia ben precisa e ritoccarlo è operazione non facile che richiede prudenza e fortuna come accadde con l’ acquisto di Kvaratskhelia.
Per difesa e centrocampo idee e possibilità per il Diesse Manna non mancano. Molto più difficile trovare in attacco l’ alter ego di Lukaku e due esterni e magari un traquartista dando modo al tecnico di variare il tema tattico di fondo della squadra.
De Laurentiis insomma dovrà fare uno sforzo ancora maggiore per creare una squadra più robusta ed esperta per la nuova Champions. Le idee certamente aiutano nelle scelte per il nostro campionato come ha dimostrato Conte con una rosa non certo ampia,ma in Europa servono anche i campioni, i leaders in campo. De Laurentiis lo sa bene se, come ha promesso, “nei prossimi anni ci divertiremo”.
Dopo questo scudetto, che va oltre le capacità tecniche in questo Napoli, c’è bisogno di qualcosa di più in una società che per bocca del suo presidente guarda al futuro senza rimpiangere ciò che è stato appena ieri…Vedremo. Ciò che conta è la Storia di questo scudetto che gli altri possono solo leggere. Che non rimanga però una favola o “O’ Miracolo”.
