ROMA – Dai templi di Paestum alla Sapienza, dalla Caserma La Marmora di Sassari, grazie al consueto sostegno del Generale Stefano Messina, a via Mercato Vecchio a Udine: in occasione della Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico (che cade ogni anno l’8 maggio), da Nord a Sud monumenti, università, piazze e siti culturali si tingono di verde tiffany, il colore simbolo della lotta contro il tumore ovarico, per sostenere la campagna nazionale “Mi illumino di tiffany”, promossa da ALTo – Associazione Lotta al Tumore Ovarico.
Un gesto simbolico ma potente, che vuole accendere l’attenzione su una patologia che colpisce migliaia di donne ogni anno, ma su cui si continua a sapere e a parlare troppo poco. Tra i luoghi che partecipano all’iniziativa ci sono alcune delle icone più rappresentative del patrimonio culturale italiano, come l’Università La Sapienza di Roma, il Teatro Massimo di Palermo, il Palazzo di Città di Salerno e i Templi di Paestum, che ancora una volta si confermano in prima linea nella lotta e prevenzione di questa malattia grazie alla sensibilità della Direttrice dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia, la dottoressa Tiziana D’Angelo;
A unirsi ci sono anche istituti scolastici, amministrazioni comunali, musei, palazzi storici e installazioni artistiche, in un’azione corale che percorre tutta l’Italia con un solo messaggio: è ora di fare luce sul tumore ovarico.
“È una malattia silenziosa, spesso diagnosticata quando ormai è tardi”, dichiara Maria Teresa Cafasso, presidente di ALTo. “Illuminare i monumenti non è solo un simbolo ma una richiesta di attenzione, di consapevolezza, di responsabilità. Servono nuove cure, serve più ricerca, ma soprattutto serve una diagnosi precoce che oggi, purtroppo, ancora non esiste in modo sistematico. Dobbiamo rompere il silenzio e ascoltare il corpo delle donne. Ogni sintomo, anche il più vago, può essere un segnale”.
Lo slogan scelto per questa campagna, “Guarire tutte, nessuna esclusa”, sottolinea l’urgenza di garantire pari accesso alle cure per tutte le pazienti, indipendentemente da dove vivano o dalla loro condizione economica. ALTo chiama in causa anche le Istituzioni, invitate a sostenere concretamente la ricerca scientifica, a incentivare la formazione dei medici e a promuovere campagne informative efficaci. “Perché se è vero che il tumore ovarico non dispone ancora di un test di screening affidabile, è altrettanto vero che imparare a riconoscere sintomi come gonfiore addominale persistente, senso precoce di sazietà o dolore pelvico può fare la differenza tra una diagnosi tardiva e una possibilità concreta di guarigione”, aggiunge Cafasso.
In tutta Italia, città, enti culturali e strutture sanitarie si uniscono oggi per ribadire che la lotta al tumore ovarico riguarda tutti. Una luce tiffany attraversa il Paese per ricordare che ogni donna merita ascolto, prevenzione, cura. E che dietro ogni monumento illuminato c’è una storia che non può più restare nell’ombra.
L’elenco dei siti illuminati:
* Università La Sapienza a Roma
* Teatro Massimo di Palermo
* Palazzo Lanfranchi di Matera
* Via Mercato Vecchio a Udine
* Arco dell’Orologio a Montalbano Jonico
* Piazza Eraclea a Policoro
* Palazzo di Città di Salerno
* Venere di Milo presso l’Istituto d’Arte di Sassari
* Palazzo Ducale, Caserma La Marmora e Palazzo della Provincia a Sassari
All’elenco, come al solito, si aggiungono i suggestivi Templi di Paestum, che anche quest’anno aderiscono con forza all’iniziativa grazie al sostegno della Direttrice dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo.