Nel romanzo d’esordio di Giovanna Vitacchiano, due anime erranti si incontrano lungo le antiche vie d’Europa, tra poesia, traumi e paesaggi che parlano
Il Seme Bianco presenta il primo romanzo di Giovanna Vitacchiano, medico in pensione e insegnante di yoga, già autrice di saggi di viaggio e benessere. Con una scrittura evocativa e sensibile, Vitacchiano ci conduce tra boschi appenninici, abbazie millenarie e scogliere irlandesi, seguendo le orme di due protagonisti segnati dal dolore e mossi dal desiderio di riscatto.
Gaia e Sebastiano sono figli del Medioevo, ma anche di un’epoca dell’anima. Lei, ancora bambina, assiste a un rogo per stregoneria nella sua Todi e fugge con la nonna; lui, mercante bordolese, perde la moglie e il figlio e inizia un pellegrinaggio verso Roma, lungo la Via Francigena. I loro cammini si sfiorano, si smarriscono e si ritrovano, in un mondo in cui l’amore, la spiritualità e il dolore si intrecciano come fili di un arazzo antico.
Il romanzo si distingue per l’originale fusione tra romanzo storico e introspezione psicologica. Ogni scenario – che si tratti di una torre pendente o di una vigna francese – è un tassello simbolico, un riflesso emotivo. Le piante aromatiche, i silenzi, la luce del mare e il fuoco – presenza costante e ambivalente – accompagnano Gaia nel suo difficile ma necessario processo di guarigione.
Con grande attenzione al contesto storico e una narrazione carica di empatia, Vitacchiano dà voce a un Medioevo lontano dagli stereotipi, umano, poetico, attraversato dalla musica della poesia trobadorica e dalle emozioni senza tempo dei suoi personaggi.
Gaia e Sebastiano è un invito a camminare, fuori e dentro di sé, in un’epoca dove muoversi significava cercare, conoscere, sopravvivere. È anche un omaggio a quei luoghi pieni di silenzio e di memoria da cui l’autrice, da sempre, trae ispirazione.