Quanto tempo trascorre tra una richiesta di prestazione sanitaria pubblica e la prestazione stessa? Dovremmo lasciare la risposta e l’interpretazione ai milioni di pazienti italiani, soprattutto campani, che attendono mesi per una prestazione sanitaria, spesso anche urgente, se non addirittura salvavita.

I ritardi nella sanità, e in particolar modo le lunghe liste d’attesa, rappresentano un problema crescente, con conseguenze significative sulla salute, ma anche sulla qualità della vita dei pazienti. Questi ritardi sono causati da una molteplicità di fattori, tra cui il sottofinanziamento del sistema sanitario, la carenza di personale medico e sanitario, la medicina difensiva, il blocco delle assunzioni e i limiti alla spesa per il personale, nonché ritardi nell’approvazione e attuazione di decreti attuativi.

Si è cercato di correre ai ripari con la c.d. Piattaforma Nazionale delle Liste d’attesa, introdotta dal Decreto Liste d’attesa pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 31 luglio 2024.

La nuova piattaforma nazionale delle liste di attesa avrà l’obiettivo di realizzare l’interoperabilità con le piattaforme delle liste di attesa relative a ciascuna regione e provincia autonoma, in modo da consentire la visibilità dell’offerta sia per il sistema pubblico che privato accreditato. Tale piattaforma avrà inoltre l’obiettivo di monitorare costantemente le prestazioni in lista d’attesa sul territorio nazionale, orientando la programmazione dell’offerta attraverso la verifica puntuale e aggiornata delle agende disponibili, delle agende accessibili alla prenotazione da Cup (agende pubbliche) e da percorsi interni (agende esclusive per Pdta, follow-up e controlli), consentendo inoltre il monitoraggio dei tempi d’attesa per classi di priorità, nel rispetto dei Rao (Raggruppamenti di Attesa Omogenei) e dei principi di appropriatezza prescrittiva.

Il nuovo decreto prevede che gli erogatori pubblici e gli erogatori privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali, afferiscano al Centro unico di prenotazione (Cup), che è unico a livello regionale o infra-regionale. All’interno di esso, gli erogatori pubblici e privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali devono garantire la piena trasparenza delle agende in ordine alle prenotazioni effettuate e ai relativi posti a disposizione per le singole prestazioni sanitarie. Addirittura, il nuovo decreto ribadisce all’art. 3, comma 9, l’assoluto divieto per le aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione. Questo nuovo panorama dovrebbe garantire un maggiore rispetto delle esigenze di salute della persona e, soprattutto, della dignità del cittadino. Siamo fiduciosi.