La filiera delle costruzioni ha un ruolo economico e sociale molto significativo per il Paese e soprattutto nel Mezzogiorno e la sua competitività si gioca vincendo le sfide della sostenibilità e dell’innovazione. E’ quanto emerge dalla ricerca “La filiera delle Costruzioni tra innovazione, sostenibilità e prospettive di crescita”, presentata a Napoli da SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) con il nuovo numero e la decima edizione della collana “Un Sud che Innova e Produce” che dal 2013 analizza le forze produttive endogene del Mezzogiorno in un’ottica proattiva e sostenibile. L’evento, organizzato con ACEN e ospitato dall’Associazione presso la nuova sede di Palazzo Ruffo della Scaletta, è stato aperto dai saluti istituzionali del Presidente Angelo Lancellotti. A seguire Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, ha presentato la ricerca descrivendo i principali dati socio-economici delle Costruzioni nel contesto geoeconomico, competitivo e innovativo: uno scenario in cui le imprese del settore si confrontano con i vincoli e le opportunità derivanti dagli obiettivi europei di sostenibilità ed efficienza, come emerge anche dalle risultanze di una Survey rivolta a 700 aziende edili di cui 300 localizzate nel Mezzogiorno. Salvio Capasso, Responsabile Imprese & Territorio SRM, ha poi illustrato le grandi trasformazioni economiche, ambientali e sociali che stanno interessando la filiera, soprattutto meridionale, tra cui riqualificazione energetica, rigenerazione urbana, digitalizzazione, impiego di nuove tecnologie e nuovi materiali.
Ne hanno discusso – moderati da Nando Santonastaso, editorialista economico de “Il Mattino” – Marco Ferretti, Professore di strategia e imprenditorialità Università degli Studi di Napoli Parthenope, Giuseppe Nargi, Direttore regionale Intesa Sanpaolo e Giuseppe Tripaldi, Coordinatore aree tematiche Federcostruzioni.
Ad arricchire il confronto il focus con le startup innovative del settore e le testimonianze di Vito Leonardo Chiechi, Fondatore e amministratore unico Digitarca, e Flavio Galdi, Project Manager Etesias. Ha tenuto le conclusioni Antonio Marchiello, Assessore Attività Produttive, Lavoro, Demanio e Patrimonio della Regione Campania.“La filiera delle Costruzioni – ha detto Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM – ha un rilevante peso economico nel Mezzogiorno, rappresentando l’11,6% del Pil complessivo. Oggi è in una fase di profonda trasformazione e ciò implica per le imprese significativi cambiamenti. In primis, l’esigenza di assecondare un mercato che guarda sempre di più alla dimensione green e ad un’edilizia sostenibile. Questo processo richiede però investimenti importanti in innovazione tecnologica e digitale. E poi c’è il fattore dimensionale: nel Mezzogiorno sono ancora troppe le micro-imprese, mentre tutti i dati dimostrano che imprese più grandi sono meglio capaci di affrontare le sfide della competitività. Questi sono i driver di crescita di un comparto che, anche grazie all’elevato effetto moltiplicativo sul resto dell’economia, si è confermato in questi anni essere un traino della ripresa italiana e del Sud”.
 Secondo i dati dello Studio SRM il valore aggiunto della Filiera delle Costruzioni in Italia è di 99,3 mld € al 2023, con un peso del 5,3% sul Pil e che arriva al 10,5% se si considerano gli effetti indiretti ed indotti del settore. Il peso è ancora più rilevante in termini di occupazione: 1,78 milioni di occupati, il 6,8% sul totale ed oltre il 12% se si considera tutta la filiera.
Il Mezzogiorno (ed ancor più la Campania) presenta un livello di specializzazione produttiva maggiore: il settore pesa sull’area l’11,6% in termini di valore aggiunto ed il 13,3% in termini di occupazione (in Campania rispettivamente 12,3% e 14%). Importante è anche il contributo alla filiera nazionale, esprimendo il 25% del VA ed il 30% dell’occupazione italiana. Alla base c’è una presenza imprenditoriale non trascurabile che contribuisce alla competitività del Paese: 223,6 mila imprese al Sud (il 30% del dato nazionale), delle quali il 31% in Campania.  “Secondo le stime Ance – ha affermato Angelo Lancellotti, presidente Acen – nell’ultimo triennio in Italia (2021- 2023) gli investimenti in costruzioni hanno aumentato i livelli produttivi di circa 80 miliardi (+57%), recuperando quasi del tutto il gap produttivo dovuto alla ultradecennale crisi settoriale. Il Mezzogiorno ha partecipato significativamente a questa ripresa: al 2021 il contributo del Pil di settore (=investimenti in costruzioni) nelle regioni meridionali è pari al 15,7%. Se però in questi anni il traino, è stato dato dal sistema dei bonus e, attualmente, dalla spesa del PNRR, è anche vero che bisogna guardare oltre. Nel futuro delle costruzioni c’è un processo progressivo e irreversibile di ridefinizione di un settore considerato “maturo” che si trova a dovere riscrivere i propri connotati, a diversificare, potendo divenire uno dei principali attori dello sviluppo sostenibile. Per farlo occorre agganciare le sfide della modernità, particolarmente dei tre grandi asset di sviluppo degli anni 2000: la rigenerazione urbana, la transizione ecologica, la sostenibilità, la digitalizzazione e la innovazione tecnologica”.