Sempre brutto autocitarsi ma quello che sta accadendo nel Napoli l’ avevo previsto sin dalla sconfitta contro l’ Atalanta al Maradona intitolando l’ articolo: il rischio ora è la resa incondizionata. Brutto ma facile prevedere quello che sarebbe stato il cammino del Napoli fino alla fine del campionato: uno stillicidio penoso senza più obiettivi per giocatori che pensavano di poter vincere e fare paura avendo lo scudetto cucito sulle maglie. Arrivati i primi rovesci lo spogliatoio si è disunito e diviso senza avere più la forza e la personalità per reagire con decisione per la mancanza di un leader carismatico. Dopo lo strazio di Empoli dove la squadra ha mostrato tutti gli attuali limiti tecnici, tattici ma soprattutto di mentalità e di voglia di soffrire per un obiettivo, seppur minimo, che almeno desse un senso ad una stagione straziante, soprattutto per i tifosi, ci si interroga su cosa saranno le ultime cinque partite.
Il “Mea culpa” del povero Calzona stordito e sofferente della prestazione vista, come e più di un asino in mezzo ai suoni, è il de profundis finale di chi si è arreso ad un’ evidenza che in tutti i modi ha cercato di combattere senza riuscirci: il coma irreversibile di un gruppo che non si riconosce più nei suoi interpreti e giochicchia un calcio timido, impaurito senza voglia di affondare i colpi per dare una svolta alle gare. Nessuno che prenda iniziative lodevoli, nessuno che giochi con e per il compagno. Si tratta ormai di pensare a salvare solo sé stessi cercando di assolvere al compitino settimanale senza infamia e senza lode in attesa di ciò che sarà. I tifosi a giusta ragione contestano e vogliono spiegazioni che difficilmente potranno avere da giocatori incapaci ormai di intendere e volere giocare a calcio come un tempo nemmeno troppo lontano. È la resa senza dignità di persone che senza il leader della scorsa stagione che li ha guidati come un pastore il gregge di pecore, sono pecore ora allo sbando. Ci sembra di rivedere i fantasmi vissuti con Benitez del secondo anno con prestazioni altalenanti tra l’ esaltante e il grottesco per amnesie improvvise non solo difensive.Ma quello era un Napoli in working progress questo dovrebbe essere un Napoli compatto, solido mentalmente e tatticamente.Allora era prova di un’ immaturità dovuta alla crescita in essere perciò comprensibile, oggi con uno scudetto sulle maglie è inaccettabile quello a cui stiamo assistendo. Non servono scuse o ammissioni di responsabilità perché gli “eroi” dello scudetto non possono fare i bamboccioni accampando alibi da creature orfane. Di chi, di cosa? Il presidente, dopo essersi assunto colpe e responsabilità, a questo punto non può averne altre né gliene si possono accollare per le prestazioni della squadra in campo. Questa squadra si è seduta pensando al passato e rinunciando a guardare avanti. Il peggior male che ci si possa fare a livello mentale. Figurarsi quando a quello bisogna accompagnare una forza di volonta’ anche sul piano fisico atletico. A Empoli, dopo quattro minuti, è sembrato subito che tutto fosse già scritto, come era accaduto col Cagliari in terra sarda col Torino col Frosinone e con l’ Atalanta in casa. Disattenzioni e superficialità figlie di un’ insostenibile leggerezza dell’ essere gruppo, squadra, da parte di undici mezze figure in cerca di autore…
A Empoli, probabilmente, si è toccato il fondo. Cose da non credere per chi ha assistito impietrito all’ ennesima disfatta della squadra. Presidente, intervenga duro, ne va della sua residua credibilità oggi ai minimi termini…Le diamo un consiglio: non metta in visione il film sullo scudetto. Gli animi dei tifosi, delusi e arrabbiati, potrebbero pensare di venire presi in giro!!