NAPOLI, 17 MAGGIO – L’Abc (Acqua bene comune) ha dato il via libera all’applicazione dello smart working. La decisione è stata approvata dal Consiglio di amministrazione in accordo con le rappresentanze sindacali. L’accordo prevede che possano ricorrere allo smart working  tutti i dipendenti, fatta eccezione per chi ha la qualifica di operaio e per i lavoratori in turno. La platea di dipendenti in smart working non potrà comunque superare il 30 per cento dei profili aventi diritto. La decisione di consentire lo smart working punta a migliorare il contesto di lavoro dei dipendenti dell’azienda speciale del Comune di Napoli e allo stesso tempo a incrementare il benessere personale e il clima aziendale. Contestualmente è stata istituita una cabina di regia con l’obiettivo di monitorare l’andamento dell’istituto, verificare i livelli di produttività e la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza. L’adesione al lavoro agile avverrà su base volontaria a seguito di specifico accordo tra l’azienda e il lavoratore. “Il ricorso allo smart working – sottolinea la presidente Abc, Alessandra Sardu – può costituire una leva d’inclusione in quanto utile a migliorare il work-life balance di tutti i dipendenti interessati con un’attenzione particolare alla gestione delle disabilità, della genitorialità e del lavoro di cura. Lo smart working pertanto si configura come un nuovo modello di organizzazione del lavoro che coniuga maggior autonomia nell’ambito di un rapporto fiduciario tra dipendente e azienda, consentendo un maggior orientamento agli obiettivi assegnati e favorendo anche la produttività”. “Il ricorso al lavoro da remoto – evidenzia il direttore generale Abc, Sergio De Marco – rappresenta anche uno strumento che contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 e PM10 nonché alla riduzione del traffico veicolare e del rischio correlato agli spostamenti casa-lavoro”. Per quanto riguarda le modalità di svolgimento dell’attività lavorativa da remoto la delibera prevede: il lavoratore deve indicare il luogo da cui lavorerà che deve essere sul territorio nazionale (proprio domicilio o altro luogo chiuso che garantisca adeguati livelli di privacy e sicurezza); la prestazione potrà essere resa a giornata intera per un massimo di 2 giorni a settimana e 8 giorni al mese “in coerenza con le esigenze organizzative e produttive delle funzioni aziendali e con meccanismi che favoriscano I‘inclusione sociale e Io scambio professionale tra i lavoratori”.