Finalmente una reazione, un cenno di vita da Monza. In tredici minuti, tredici, il Napoli ha fatto tutto quello che non s’è visto in stagione o che s’è visto assai raramente…gioco, gol, e soprattutto la voglia di giocare divertendosi. E così il Monza che aveva ben giocato il primo tempo lasciando al “solito” Napoli di stagione uno sterile e lento possesso palla, peraltro condito da errori puerili sotto porta di Di Gregorio, tra il minuto 55 e quello 68 veniva letteralmente travolto da una squadra che improvvisamente ritrovava i suoi desaparecidos. Osimhen al 55, Politano al 57, Zielinski al 61 e il redivivo Raspadori al minuto 68, neanche 30 secondi dopo il suo ingresso in campo, decidevano di aprire e chiudere in un Amen la pratica Monza sotto gli occhi sbigottiti di un Adriano Galliani che, anche giustamente, si interrogava cosa avesse trasformato in lupi gli asini azzurri del primo tempo.
Domanda logica e senza voler fare dietrologia o discorsi da bar l’ interrogativo per il colto conoscitore di calcio e per il tifoso passionale resta in sospeso: ma il Napoli di questa stagione più nera che grigia, senza azzurro e senza cuore, ci fa o ci è? Ah saperlo, saperlo, ma dubbi, rimpianti e rimorsi dovranno accompagnare per un bel po’ tutta la ciurma di Castel Volturno a cominciare dal suo Deus ex machina. E l’ idea che nel secondo tempo di Monza sia scattata una molla d’orgoglio e di dignità tardiva dopo la figuraccia contro un’ Atalanta modesta ma organizzata fa pensare che la contestazione esplosa per la serie di risultati negativi alla fine della partita contro la Dea e proseguita dopo l’ anonimo e sciatto primo tempo di Monza, non abbia mai sfiorato fin nel recente passato le prestazioni dei giocatori, profumatamente pagati( o no, secondo i loro procuratori? Ndr.) e alla ricerca immediata di nuovi orizzonti e nuovi soldi. A nostro sommesso avviso i tredici minuti e passa di Monza restano,per ora, nonostante la vittoria, l’ ennesima occasione persa di una stagione senza senso. Anzi rappresentano l’ occasione perfetta per quei giocatori allettati da sirene che non sono Partenope e inseguono altri lidi e altri club. Forse, addirittura vien da pensare che nonostante il suo carattere il più morbido di tutti verso l’ intero gruppo sia stato proprio ADL, incapace da solo di gestire vicende di calcio e di spogliatoio che non conosce abituato com’ è ad altri ambienti. A noi resta il dubbio se questo Napoli “ci è o ci fa”.
Monza e quei tredici minuti da veri campioni d’Italia ci fanno riflettere. Tanto. Si è capito che la squadra sa ancora giocare a calcio. E anche bene. E non si dica che il Monza è sparito; è stato fatto sparire da una squadra che d’ improvviso ha ritrovato i suoi talenti e orgoglio, passione voglia di divertire i tanti tifosi azzurri zittendo la loro composta contestazione. Per noi la vittoria ha comunque il sapore amaro di scelte infelici durante la stagione che coinvolgono tutte le componenti del club e che, forse, è tardi per rimediare. Restano sette gare, per dirci che tredici minuti non sono stati un caso e che, si, si può ancora recuperare qualche posizione e qualche valore per chiudere con dignità e sperare nel futuro.Lo devono, gli asini azzurri di questa stagione, ad un pubblico che non li ha mai abbandonati e che si è sentito tradito un campionato… all’ improvviso, dopo 14 stagioni vissute comunque da protagonisti: società, giocatori e tifosi.!