MILANO – Una giornata intensa, emozionante, attraversata da parole forti, testimonianze vive e momenti di autentica condivisione: si è svolta con grande successo presso lo Spazio PARCO di via Ambrogio Binda 30 la seconda edizione dell’Africa Day, promossa dall’Africa Day World Committee guidato da Erla Gazine, imprenditrice mozambicana residente in Italia, in collaborazione con il centro culturale PARCO, ideato da Roberto Polillo.
Oltre 300 i partecipanti, tra rappresentanti della diaspora africana, cittadini italiani, studenti, artisti e intellettuali: un pubblico variegato, coinvolto da un programma che ha unito riflessione e celebrazione, politica e cultura, memoria e futuro. L’Africa Day – che commemora la nascita, il 25 maggio 1963 ad Addis Abeba, dell’Organizzazione dell’Unità Africana (oggi Unione Africana) – si è affermato anche quest’anno come un’occasione cruciale per mettere al centro il ruolo dell’Africa nel mondo contemporaneo e il contributo fondamentale delle sue diaspore in Europa.
A dare il via alla giornata, i videomessaggi istituzionali di S.E. Santos Alvaro, Ambasciatore del Mozambico in Italia, di S.E. Gabriele Phillip Anis, Ambasciatore d’Italia in Mozambico, e del Sig. Simone Santi, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mozambicana.
A seguire, il convegno internazionale “Democrazia e Sviluppo in Africa”, moderato dall’Avv. Vicente Agostinho Cossa, ha messo in dialogo voci autorevoli del panorama africano e afrodiscendente in due tavole rotonde coordinate da David Pacavira e Sarah Samsu. Tra gli interventi più apprezzati quelli di Pap Kouma, Filomeno Lopes, Petter Johannessen, Dino Foi, Godwin Chukwu, Fernando Antonio dos Santos, Fernando Chironda, Bali Wali, e lo stesso Vicente Cossa.
Nonostante la diversità dei background – accademici, imprenditoriali, diplomatici, sociali – i relatori hanno ribadito un messaggio comune: l’unità africana non è solo un ideale, ma una necessità. I problemi del continente – conflitti, corruzione, diseguaglianze economiche, sfruttamento delle risorse, migrazione forzata – devono essere affrontati con uno sguardo nuovo, capace di riconoscere la forza culturale, intellettuale e generazionale dell’Africa. «Ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci ha divisi» – ha ricordato Cossa – «La gioventù africana oggi è il tamburo che batte un nuovo ritmo. Sta nascendo un’Africa che non vuole più copiare, ma inventare. Che non chiede permesso, ma costruisce ponti, con dignità».
Molti hanno sottolineato il paradosso dei rapporti fra Europa e Africa, come nel caso delle politiche dei visti: mentre molti Paesi africani consentono l’accesso libero ai cittadini europei, gli africani sono sottoposti a procedure complesse e spesso umilianti, come ricordato dall’imprenditore Dino Foi. La recente decisione della Namibia di imporre visti d’ingresso per i cittadini europei è stata letta come una risposta simbolica alla mancanza di reciprocità.
Nel pomeriggio, lo Spazio PARCO si è trasformato in un luogo di festa: degustazioni di piatti africani proposti dallo chef italo-africano Ernesto Kouassi, danze e musica dal vivo, performance artistiche e momenti di incontro tra culture, grazie alla direzione artistica di Andrew Ofosuapea e Gil Afroman. Il pubblico è stato anche sorpreso da una performance a sorpresa del cantante Charlie Armstrong, arrivato a Milano per un altro impegno e subito accolto con entusiasmo.
L’Africa Day non è stato solo celebrazione, ma una chiamata all’unità e alla costruzione. Come è stato sottolineato durante il convegno: «Non siamo qui solo per analizzare il passato. Siamo qui per accendere una fiamma di unità. Perché chi ha combattuto insieme, oggi è chiamato a costruire insieme. Fare dell’Africa una voce una, fiera, autonoma, e con una visione condivisa per il futuro.»
I promotori hanno annunciato la volontà di far nascere un tavolo permanente di confronto e collaborazione tra le diaspore africane presenti in Italia, in dialogo con le istituzioni e le reti di cooperazione internazionale, affinché l’Africa Day non sia un evento isolato, ma un seme duraturo di riflessione e cambiamento.
L’auspicio emerso da più voci è che il 25 maggio diventi un giorno simbolicamente riconosciuto anche in Italia, come momento di riflessione e riconoscimento per le comunità africane residenti nel Paese. Perché, come è stato detto, “quando l’Africa si ricorda chi è, il mondo intero deve ricalcolare la sua rotta”.
Un successo di partecipazione, di contenuti, di visione. L’Africa Day 2025 ha lasciato un segno. E Milano ha risposto con un abbraccio corale a questo potente richiamo alla dignità, all’unità e alla speranza.