Iniziative come il Pompei Street Festival, in programma fino a domenica 2 luglio, hanno un ritorno economico positivo per il territorio, ma incidono anche sulla formazione culturale dei giovani, fornendo opportunità per un loro protagonismo virtuoso e pieno di esiti apprezzabili sotto il profilo artistico. La street art, infatti, con i suoi graffiti, i murales e le installazioni urbane, occupa spazi diversi da quelli tradizionali dell’arte, come i musei o le gallerie, e ha come soggetti creatori prevalentemente giovani interpreti, in alcuni casi diventati veri maestri di queste tecniche innovative. Se poi si amplia lo sguardo, la street art può diventare anche un modello vincente per un approccio incisivo al problema della rigenerazione urbana. Non certo perché possa da sola trasformare e rilanciare un territorio degradato, ma perché può dare per così dire il ‘la’, colorendo e impreziosendo mura e altri spazi ingrigiti dal trascorrere dei decenni e purtroppo spesso dall’abbandono da parte di comunità e istituzioni. Come dimostra la manifestazione di Pompei, la street art interagisce, diventa trainante per calamitare su un territorio altre forme di spettacolo e di arte, dalla danza alla musica, al teatro di strada. In un luogo come Pompei, questa funzione trova terreno ancora più fertile. Serve a mescolare armoniosamente vecchio e nuovo, a offrire nuove opportunità di soggiorno ai visitatori arricchendo il loro specifico tour. La cultura è e deve essere innanzitutto una leva per formare coscienze al fine di migliorare la qualità del nostro vivere civile.  Ma questo non significa disdegnare snobisticamente e dannosamente i vantaggi che la crescita culturale può portare all’economia. Grazie a Pompei Street Festival le permanenze medie dei visitatori arrivano a triplicarsi nel territorio. Ma la street art ci ha fornito un esempio clamoroso delle sue potenzialità a questo riguardo anche con il famoso murales di Maradona e alla cittadella dedicata al mito calcistico trasformato in divinità e omaggiato da migliaia e migliaia di ‘fedeli’. Complice anche la straordinaria impresa del Napoli, i Quartieri Spagnoli hanno sviluppato un’economia del vicolo con baretti e piccoli ristoranti, con bancarelle ricche di ogni gadget, perfino con b&b nati sull’onda del fenomeno partito dalla creatività di un appassionato della street art. La verità è che il turismo e la cultura sono propulsivi per lo sviluppo, creano pil e posti di lavoro. Pompei Street Festival è una suggestiva, splendida conferma.