Mentre il nostro ‘sceriffo’ ogni giorno abbaia alla luna a destra e a manca per attirare l’attenzione sull’unico, spasmodico e ripetitivo interesse di questi suoi ultimi mesi di attività, e cioè a dire, l’ottenimento del terzo mandato da Governatore della Regione Campania (sin ora negato dalla attuale Legge Regionale che limita a due soli e consecutivi mandati elettorali lo svolgimento di tale attività elettiva per un Governatore di questa Regione) , la situazione degli ospedali campani é sempre più in sofferenza. Anzi, diremmo senza troppe cautele, che la sanità in Campania é allo sfacelo totale. Tutto ciò tra il disinteresse più assoluto degli addetti ai lavori, già proiettati verso la nuova legislatura regionale, con relativi 5 anni di gestione ulteriore della “cosa pubblica” cui aspira De Luca e tutto il suo “entourage” di lacchè e di improbabili manager (soprattutto in ambito sanitario) che diversamente dovrebbero cambiare aria e mestiere!

Non é nostra volontà in questo momento di dolore per la comunità campana e per le famiglie delle ultime povere vittime della malasanità del nostro sistema sanitario regionale, tornare su questi episodi tragici e purtroppo inarrestabili, soprattutto in talune zone volutamente abbandonate del nostro territorio . Tuttavia il nostro dovere di cronisti ci impone di ricercare cause e responsabilità di episodi così gravi maturati per esclusiva strafottenza, incapacità e supponenza di un manipolo di “intoccabili” con “licenza di uccidere”!

E’ dai mesi della pandemia di Covid 19 che la sanità campana é in preda a “follia degenerativa”, o se volete ad  “ansia da prestazione” nella ricerca spasmodica di un sistema assistenziale che avrebbe dovuto (nelle intenzioni dello sceriffo salernitano) essere “migliore in assoluto” in Italia nella gestione della pandemia, per consentire a De Luca di primeggiare tra i Governatori delle altre 19 regioni Italiane. E per questo scopo é stata sconvolta irrimediabilmente la rete ospedaliera e la rete assistenziale territoriale in Campania. Così come la medicina specialistica ambulatoriale che determina, ancor oggi, disfunzioni e ritardi paurosi nelle prestazioni ambulatoriali. E poi c’é il disastro degli ospedali trasformati in Covid Center e spogliati di ogni e qualsiasi altra attività di diagnosi e cura che non sia legata all’emergenza Covid. Che ormai non c’é più. O che adesso non fa più paura e non giustifica, tutt’ora, interi ospedali campani ancora destinati completamente o in larga parte al Covid. Negligenza, strafottenza, o paura ossessionante per le pandemie antiche o future, che condiziona il buon De Luca e gli impedisce di provvedere ad assicurare assistenza sanitaria senza limitazioni operative o territoriali?

Ed é proprio il caso dell’Ospedale di Boscotrecase, dove il mancato ripristino dei reparti smantellati con la pandemia per ricavarne posti letto attrezzati esclusivamente al contrasto del covid, sta creando da tre anni ormai, buchi assistenziali spaventosi in un territorio di oltre un milione e trecentomila abitanti di quei numerosi comuni alle pendici del Vesuvio.

Si può morire nel terzo millennio per insufficienza respiratoria neonatale? Purtroppo si, se mancano i necessari e tempestivi ausili di pronto soccorso pediatrico o rianimazione neonatale. E soprattutto se l’ospedale rifiuta il ricovero per assenza del pronto soccorso. Anzi, per lo smantellamento del pronto soccorso, avvenuto tre anni prima e mai più ripristinato al San Anna e Maria della Neve di Boscotrecase. Ed é così che nei giorni che hanno preceduto il Santo Natale, una neonata di Torre Annunziata di soli tre mesi ha perso la vita tra le braccia del padre inconsapevole del dramma che si stava consumando. Mentre correva in auto disperato, verso il pronto soccorso dell’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, poiché la piccola era stata respinta dall’Ospedale di Boscoreale per mancanza dell’indispensabile presidio sanitario di pronto soccorso

Una vicenda raccapricciante, inaudita, insopportabile, intollerabile. E chissà quanti altri aggettivi ancora più efficaci potrebbero rendere meglio l’idea di questa autentica tragedia di malasanità che colpisce duramente e ancora una volta il territorio della nostra già martoriata Campania.

Tragica fatalità? Destino avverso? Caso più unico che raro e certamente irripetibile? O forse “semplicemente” sfortuna della povera piccina di Torre Annunziata? Nulla di tutto questo! Solo strafottenza e incompetenza colpevole dei santoni della Sanità Campana, sceriffo in testa, che credono di essere i “Depositari del Verbo” e in questa veste compiono le scelte più discutibili e più gravi in termini di “programmazione” (?) del sistema sanitario campano. Naturalmente sulla pelle viva dei cittadini assistiti.

La Magistratura ha immediatamente aperto una inchiesta sull’accaduto. Come anche nel caso precedente e altrettanto recente della morte di una signora di 59 anni colta da infarto per strada nel Comune di Scafati e rimasta senza assistenza per la chiusura del Pronto Soccorso del locale Ospedale Mauro Scarlato, chiuso da troppo tempo. Colpevolmente!

Purtroppo, temiamo fortemente che nessuno mai pagherà per questi crimini ripetuti e intollerabili!