A definire le risorse stanziate per la Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno è il disegno di legge di bilancio in approvazione. È stata infatti collocata in questa sede la previsione del miliardo e ottocento milioni per la Zes unica, originariamente inclusa nel Decreto Sud. Questi soldi dovranno essere utilizzati fino a esaurimento per gli investimenti effettuati nel Sud dal primo gennaio al 15 novembre 2024.

Come si vede, la copertura non riguarda l’intero anno a venire, ma dieci mesi e mezzo. Ma la cosa più importante da capire è se questi soldi saranno sufficienti a imprimere una forte spinta a nuovi insediamenti produttivi nella macroarea in questione.

È difficile dare una risposta certa. Sicuramente, un miliardo e 800 milioni sono una provvista non trascurabile, ma, se li si commisura all’entità della partita da giocare, potrebbero apparire insufficienti. Basti pensare che appena pochi giorni fa il Commissario straordinario per la Zes Campania, Giuseppe Romano, ha ricordato che gli investimenti attivati nella sola regione finora ammontano a un miliardo e seicento milioni. 

Si tratta, sia chiaro, di entità diverse. Romano fa riferimento al totale non delle agevolazioni, ma dell’insieme degli investimenti. Operazioni che, in teoria, riguardano il periodo dalla costituzione della Zes in poi, ovvero dal 2017, ma che in pratica sono state effettuate solo dopo la nomina dei commissari e l’attivazione degli sportelli unici, ovvero nell’ultimo anno e mezzo circa. 

Se pensiamo che il credito d’imposta Zes per le piccole imprese è pari al 45% (35% medie imprese, 25% grandi), potremmo computare più o meno in 600 milioni quanto erogato per la Campania. E solo nelle aree Zes della regione.

Se l’intento della Zes unica è di moltiplicare la possibilità di realizzazione territoriale di iniziative di creazione o ampliamento di imprese, la concretizzazione dell’obiettivo dovrebbe comportare l’esaurimento delle risorse stanziate molto prima del 15 novembre 2024.

Chi scrive se lo augura: vorrebbe dire che l’incentivo continuerà a essere uno strumento utile per l’attrazione degli investimenti, e che la macchina autorizzativa, nel passaggio dalle otto Zes attuali alla Zes unica comprendente l’intero territorio meridionale, non avrà subito ritardi.

Ma, con altrettanta franchezza, bisogna dire che il Governo può e deve fare di più. Deve puntare con maggiore determinazione, a quindi appostando anche ulteriori fondi, su politiche e strumenti necessari per innescare una forte crescita di un’area dalle potenzialità enormi, da cui può trarre vantaggio l’intero Paese.