Ciò che sta avvenendo nell’Oblast di Belgorod in Russia è un qualcosa di ampiamente predetto da analisti ed esperti con molte stellette. La guerra è un’arte antica almeno quanto l’uomo, ed il fatto di essere una super potenza non mette nessuno al riparo da possibili devastanti contraccolpi. I generali americani pluristellati direbbero che la Grande madre Russia è finita diritta diritta in una mega trappola nella quale si è cacciata lei stessa confidando in maniera smisurata, in parole e fatti, nel suo pseudo grande esercito. Ma come abbiamo notato negli ultimi 3 mesi, di grande l’esercito dello zar ha solo il numero, per il resto le truppe d’élite del Cremlino sono morte e sepolte a decine di migliaia tra Bakhmut e Kiev. Il grande esercito dello zar è attualmente costituito per l’85% secondo analisti russi, da coscritti, mobilitati, e persone che fuggono alle prime bombe. Il resto sono “violinisti” Wagner, o quello che ne resta dopo aver perso solo a Bakhmut, almeno 54mila unità negli ultimi 6 mesi, ed altre compagnie private, almeno quelle non le devi giustificare se crepano in battaglia. Ed è proprio questo il grande dilemma che spira come un vento tropicale nelle stanze del Cremlino: giustificare oltre 200mila morti e zero conquiste, anzi, grazie alla guerra di Putin l’Europa ha trovato finalmente un centro di gravità permanente e la NATO pure ingrossando le sue fila e finendo diritta ai confini con la Russia. Cosa volere di più? Il prossimo luglio a Vilnius anche la Svezia sarà territorio NATO, e si parlerà del futuro nell’alleanza dell’Ucraina; peggio di così per Vladimir Putin non potrebbe andare. Ma la faccia è la faccia e va salvaguardata a tutti i costi, quindi, la Guerra continua con i suoi morti, le sue devastazioni, in attesa che qualcosa cambi? Ma qualcosa è già cambiata, la guerra è entrata in Russia, e adesso le famigerate linee rosse sono saltate tutte, e la super trappola è scattata perfettamente con puntualità svizzera. Bakhmut non è mai caduta effettivamente, infatti a tutt’oggi l’esercito ucraino ci ‘passeggia’ all’interno, e ciò che è più grave è che quello che sta capitando in Russia è completamente fuori controllo, nonostante i proclami propaganda. Se voi non l’aveste capito il trappolone funziona così: Si sta spingendo la Russia ad adottare misure definitive per poter avere un qualche tipo di successo in Ucraina. Ma la Russia, da parte sua, sa bene che anche solo il pensiero di poter utilizzare un’arma tattica per avere un vantaggio sul campo significherebbe non avere più un esercito che verrebbe di conseguenza  laserizzato dalla faccia della terra. E questo è solo quello che è stato promesso dagli Americani che come detto ad ogni occasione, non risponderanno con la stessa arma, ma spazzeranno via l’esercito russo dal suolo ucraino in 48 ore. Ciò significherebbe per la Russia perdere almeno altri 300mila uomini e non in un anno di guerra, ma in pochi giorni.  Ma allora questa cavolo di atomica? La domanda di tutti. Quel bottone Putin non lo spingerà mai, nemmeno se la Russia fosse li li per capitolare, il perché è stato spiegato, ma non solo, un’idea del genere potrebbe alimentare il golpe in poche ore. Sempre più spesso si sente parlare del “barking dog” del Cremlino, Medvedev, che molti analisti descrivono in contatto con l’occidente per una possibile successione a Putin. I detti antichi ci hanno sempre azzeccato, e questo è il caso di sottolineare che “can’ che abbaia non morde”.