Per ora è solo un progetto in fase di realizzazione, ma l’impegno economico da 350 milioni, di cui 320 a carico del Pnrr, rappresenta già una prima garanzia della sua rilevanza. L’Agritech, centro di ricerca sull’agricoltura sostenibile, avrà la sede centrale nella ex Manifattura Tabacchi di Napoli e sarà un organismo propulsivo su scana nazionale ed europea, con un raggio d’azione che spazierà per tutta l’area del Mediterraneo. Se ne è discusso a Napoli in una due giorni organizzata nella prospettiva del prossimo vertice Onu di Roma sui Sistemi Alimentari, in programma dal 24 al 26 luglio. In quella sede l’Italia presenterà come fiore all’occhiello proprio il progetto dell’Agritech. La struttura direzionale napoletana coordinerà l’attività di 28 Università, 5 centri di ricerca e 18 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale e rappresentative delle eccellenze italiane nel settore agrifood. L’applicazione di tecnologie all’agricoltura sarà finalizzata all’adattamento delle produzioni ai criteri di sostenibilità e ai cambiamenti climatici, alla riduzione degli sprechi, allo sviluppo di strategie di economia circolare, al recupero di aree marginali, alla tracciabilità e tipicità delle filiere alimentari. Con Agritech Napoli ritrova la dimensione di metropoli prescelta come sede di un organismo di caratura internazionale. A consolidarne le potenzialità vi è stata l’inaugurazione, all’interno del Polo universitario della Federico II di San Giovanni a Teduccio, della Agritech Academy, che avrà il compito di sfornare profili professionali di alta qualificazione, necessari per dare sostanza all’attività di ricerca del Centro. L’avvio prossimo di Agritech costituisce una ulteriore conferma di una stagione di possibile sviluppo di Napoli e della Campania. Basti pensare al decollo delle Zes, che ha determinato già l’avvio di investimento per circa un miliardo di euro con la creazione di poco meno di duemila posti di lavoro. La crescita del turismo, e dell’industria culturale, se sarà affiancata da una forte spinta dei comparti ad alto tasso di innovazione (a Napoli è stato tra l’altro realizzato il primo computer quantistico italiano) e sarà supportata dalla creazione di infrastrutture e servizi di alta qualità, potrà contribuire all’auspicata operazione rinascita. Ma proprio per questo bisogna oggi vigilare più che mai perché le risorse destinate a Napoli e al Sud non siano dirottate verso altre aree e la politica nazionale persegua con fermezza l’obiettivo primario della coesione territoriale.