È molto importante che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia riuscita a portare a casa, in conclusione del Consiglio Europeo, l’autorizzazione a una maggiore flessibilità nella gestione del Pnrr e dei Fondi per la Coesione. Sarà ancora più importante se, in sede applicativa, si andrà oltre la generica formulazione della lettera b) del punto 15 delle conclusioni, dove si prevede che “per agevolare la transizione verde ed evitare la frammentazione del mercato unico” i fondi Ue “dovrebbero essere impiegati in modo più flessibile”. Sul punto, tuttavia, vista la combattività e la capacità di portare avanti le trattative in sede europea dei nostri vertici nazionali, e considerato anche che Germania e Francia hanno interesse a concedere qualcosa in cambio di un loro più agevole ricorso agli aiuti di Stato, non ci dovrebbero essere molti dubbi. La vicenda, peraltro, insegna che per ottenere qualcosa devi stare ‘sul pezzo’. La stessa cosa devono fare, a ogni livello, i rappresentanti del Mezzogiorno, per salvaguardare gli interessi delle loro popolazioni e dei loro territori e, in ultima analisi, dell’intero Paese, perché è l’Italia tutta ad avere bisogno di una forte crescita economica e sociale del Meridione. Uno dei ‘campi di battaglia’, in effetti, riguarderà proprio l’eventuale rimodulazione del Pnrr. Il Sud deve fare attenzione a che le risorse a esso destinate (la famosa quota del 40%) siano effettivamente spese per lo sviluppo delle sue aree, anche se si rivedranno procedure ed eventualmente qualche contenuto. Per garantirsi questo esito, serve fare fronte comune e non continuare a trattare le questioni macro territoriali con l’ottica del Comune o della Regione. Un esempio positivo di un nuovo clima sudista, meno improntato alla sola gestione del potere e alla frammentazione delle iniziative, è paradossalmente riscontrabile proprio nell’approvazione della legge di attuazione delle autonomie. Il testo finale, profondamente cambiato, vincola la concessione di nuovi poteri alle Regioni nelle materie impattate dai Lep, i livelli essenziali di prestazione, all’erogazione concreta dei finanziamenti necessari al loro conseguimento nelle aree in ritardo. Se mancano questi finanziamenti, non si potranno trasferire nuovi poteri alle Regioni del Nord che l’hanno richiesto. Si tratta, a ogni modo, di una partita appena cominciata. Ma che si vince soltanto se, tutti insieme, al Sud, si continuerà a fare squadra. Governatori, Sindaci, Intellettuali, Opinione pubblica.

Anna Lepre (Direttore Centro Studi Lepre Group)