La premier Giorgia Meloni ha annunciato da Hiroshima che il G7 2024 a guida italiana si terrà nella seconda metà di giugno, dopo il voto europeo, e che la sede sarà la Puglia. Si tratta di un riconoscimento a una regione che “storicamente ha svolto la funzione di ponte tra occidente e oriente”, ma anche al Mezzogiorno come baricentro di una nuova politica, più aperta ai Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. In tal senso la scelta pugliese è una proiezione sull’Italia che verrà che, se vuole cogliere appieno le sue opportunità, deve puntare sul ruolo trainante di un Sud rilanciato come nuovo motore produttivo del Paese. Il recente Forum promosso da The European House-Ambrosetti ha chiarito come questa prospettiva non è aleatoria ma, anzi, potrà trovare concretezza, se soltanto il Governo centrale deciderà di abbracciarla e sostenerla con forza. Vi sono quattro filiere su cui fare leva per innescare la rinascita meridionale: economia del mare, energia, settori industriali ad alta componente tecnologica come automotive e aerospazio, nonché turismo e tutto quello che ne consegue o vi è intrecciato, a cominciare dai pilastri del made in Italy targati Sud. Sono filiere che non esauriscono il potenziale propulsivo del Mezzogiorno, come dimostrano ad esempio la crescita notevole dei business legati all’intelligenza artificiale, l’espansione della produzione di microchip da parte dei principali player mondiali in Sicilia e in Abruzzo, la capacità attrattiva del territorio verso la nuova frontiera dell’innovazione, con la creazione in Campania del primo computer quantistico italiano. Ma è bene dare impulso ad attività il cui sviluppo pare davvero a portata di mano. Basti, ad esempio, pensare alla riconfigurazione delle fonti energetiche in atto da tempo nel Paese e che, oggettivamente, privilegia il Sud come sede di allocazione dei nuovi impianti. Basta avere occhio a quanto sta accadendo nel turismo, dove i flussi sono in enorme aumento in alcune aree come la Campania, ma hanno ancora straordinari margini di miglioramento. Ancora oggi, il Mezzogiorno richiama appena il 12,7% del turismo internazionale in arrivo in Italia. È un risultato che potrebbe triplicarsi in pochi anni, se solo il comparto assumesse finalmente una struttura industriale a tutti gli effetti, salvaguardando ovviamente i parametri di una crescita sostenibile. Per il Governo Meloni, dunque, c’è una miniera d’oro da trarre alla luce. Si chiama Sud.