Ukrainian servicemen ride atop a tank near the frontline town of Bakhmut, amid Russia's attack on Ukraine, in Donetsk region, Ukraine January 20, 2023. REUTERS/Oleksandr Ratushniak

Ho letto con molto interesse il pezzo “Guerra in Ucraina: ora c’è uno spiraglio” di Pino Agnetti sulla Gazzetta di Parma, e lo trovo di per se molto arguto e calzante, se non fosse per alcune conclusioni che definirei azzardate. Non mi sottraggo all’enfasi di molte affermazioni che trovo giuste, compreso il fatto che all’intero pianeta questa guerra ha nauseato, e il mondo libero, quello dedito al business e alla socializzazione di se stessi e degli eventi, un ritorno al passato con una guerra fratricida nel cuore dell’Europa, è divenuto una stomachevole usanza umana di annientarsi per puro spasso. In effetti, quello che non ha compreso Agnetti è proprio lo spasso che è sul fondo di questo conflitto. La Russia non aveva alcuna motivazione reale per invadere l’Ucraina, visto che giá deteneva con tacito assenso il Donbas e la Crimea, ma lo ha fatto, scatenando una escalation che adesso la stessa Russia addebita ad altri. La realtá di questa invasione e della guerra che ne è conseguenza di azioni deliberate, e l’abbiamo giá piu volte evidenziato è molto semplice: la Russia vuole l’Ucraina senza gli Ucraini, vuole le sue immense risorse che guarda caso sono proprio nel Donbas. Più o meno è la stessa ragione per la quale la Cina è tornata a sentirsi madre e vuole la sua figlia prediletta Taiwan nuovamente sotto lo stesso tetto. Ovviamente i motivi sono i medesimi che spingono Mosca a fare la guerra, l’industria hitech taiwanese fa gola a tutti compresi gli Americani. Ma questa è solo la realtà di guerre guerreggiate e guerre future ma ció in cui, a mio modesto avviso, Agnetti va fuori strada è il pensare ad un concreto e immediato ingresso dell’Ucraina sia nella UE che nella NATO, cosa che resta lontanissima per motivi spiccioli. Magari nell’Unione Europea sará probabile col tempo, ma nella NATO L’Ucraina entrerebbe solo ad una condizione quasi inverosimile, e ciò  se la Russia si sgretolasse completamente. La circostanza attualmente non fa comodo a nessuno compresi gli Americani. Un annuncio in tal senso nell’ambito del meeting NATO  a Vilnius il prossimo luglio su una possibile Ucraina nella NATO, comporterebbe l’inasprimento della guerra in corso e darebbe alla Russia il motivo sostanziale per radere al suolo il Paese ed i suoi abitanti visto che la guerra va malissimo per Mosca ed i morti si approssimano al quarto di milione. Siamo sempre molto lontani dallo spettro atomico agitato più volte da Mosca anche con la consegna delle testate tattiche alla Bielorussia, ma siamo molto lontani da una escalation in tal senso e per dei motivi alquanto ridicoli che rasentano la comicità. E’ sto deterrenza l’uso di quelle armi prevederebbe soprattutto che esse funzionino, ed è proprio lì il grande dilemma. Ma andiamo avanti, ció che il pezzo di Agnetti sottrae al dibattito è proprio la cosiddetta ‘pace giusta’ quella che potrebbe essere una realtà ma solo con l’annichilamento totale di Mosca. Quindi, senza giustizia non puó esserci la pace, e questo è il motivo per il quale non abbiamo e non avremo a breve una pace. Con quello che è successo in Ucraina parlare di pace è per psicolabili, le stragi vanno vendicate e lavate col sangue, occhio per occhio dente per dente, e così facendo l’odio ucraino nei confronti della Russia durerà qualche generazione. Forse quando saranno morti e sepolti Putin, i suoi accoliti compresi i loro figli, forse solo allora le generazioni future potranno sotterrare l’ascia di guerra, ma non prima.
Un errore comune a tutti noi che raccontiamo o commentiamo la guerra di Putin contro il mondo libero è l’aspetto psicologico di questa catastrofe, e spesso dimentichiamo che l’odio è una arma che fa più danni di mille bombe atomiche…