Mentre il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, incontra il Ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, per cercare la copertura finanziaria necessaria a completare la bonifica di Bagnoli, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, spara a zero contro lo stesso esponente governativo, che sarebbe ’reo’, tra l’altro, di non aver assegnato al territorio le risorse del Fondo sviluppo e coesione. Chi fa la cosa giusta? Manfredi che cerca la strada stretta del dialogo, oppure De Luca, che punta a guidare una crociata contro il Governo Meloni, avversando il disegno di legge sull’autonomia differenziata e presentando esposti contro Fitto per l’affare Fsc? È difficile dare una risposta netta, in mancanza di una definizione puntuale di vicende che, anche per il rigoroso riserbo tenuto dal Ministro, appaiono avvolte da una sorta di cortina fumogena. Proviamo, tuttavia, a fare qualche considerazione. Primo punto: l’interlocuzione fra le istituzioni dovrebbe essere alla base di una democrazia che funzioni, al di là degli schieramenti politici. Su questa premessa, è naturale auspicare che l’approccio di Manfredi possa avere successo. Lo sta avendo col Ministero della Cultura: si pensi alla prospettiva, in soli due anni, di realizzare un grande intervento di riqualificazione dell’Albergo dei Poveri, una delle più grandi e prestigiose strutture d’Europa. Potrebbe averlo anche con Fitto, purché non solo il Ministro trovi i soldi per Bagnoli, ma si ponga anche fine agli sprechi del passato, tracciando un cronoprogramma rapido e rispettandolo, valorizzando finalmente un’area dalle straordinarie potenzialità. Al di là della spinosa questione dell’autonomia, provvedimento su cui si è avuto modo di esprimere il nostro dissenso, la partita dei Fondi sviluppo e coesione cela un inganno: almeno uno dei due, Fitto o De Luca, non dice tutta la verità. Gli Accordi con le Regioni del Sud necessari a renderli disponibili non sono stati stipulati, ma c’è chi assicura, come il Presidente della Calabria, che entro febbraio si procederà in tal senso. Se ciò dovesse avvenire, De Luca non potrà esimersi dal dare esaurienti spiegazioni sul motivo per il quale gli oltre 5 miliardi e mezzo destinati alla Campania non vengono ‘messi a terra’. In caso contrario, sarà Fitto a dovere delle spiegazioni, non tanto a De Luca, ma alle popolazioni del Mezzogiorno, sua terra d’origine, in perenne attesa di politiche dello Stato centrale in grado di ridurne i ritardi secolari nei confronti del resto della nazione.