Per Nomisma, che insieme a Crif e Cribi sforna ogni anno un’indagine sulle imprese manifatturiere italiane, quelle ‘controvento’ sono le più performanti. Si tratta di realtà che, in base a una serie di indicatori, a cominciare dai ricavi, crescono più delle concorrenti.

Nella classifica di Nomisma sono 5.500. Realtà che hanno fatto registrare dal 2017 al 2022 incrementi di fatturato del 96% contro il 39% della media delle altre imprese. Di queste, ben 800 sono del Sud. E si può dire ‘ben 800’, perché il Mezzogiorno in pochi anni è passato a rappresentare il 15% delle imprese controvento della nazione, mentre nel 2018 non superava il 10%.

Metallurgia e agroalimentare sono le punte di diamante dell’impresa del Sud, ma in prospettiva non vanno trascurati altri comparti, come il farmaceutico, i cui exploit recenti nelle esportazioni hanno raggiunto livelli straordinari.

Questa svolta positiva nelle imprese meridionali avviene a prescindere dal Pnrr, il cui travagliato cammino si spera possa sfociare in un robusto affiancamento al loro sviluppo nel prossimo futuro.

Un ulteriore dato che fa ben sperare è rappresentato dalla maggiore qualità complessiva evidenziata nell’ultima rilevazione dal Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord. Le controvento del Sud sono infatti il 7,1% del totale delle imprese meridionali, quelle italiane il 6,5% del ricchissimo campione analizzato da Nomisma. In altre parole, se il Sud rappresenta il 15% è perché si parte da una base produttiva inferiore a quella del resto d’Italia, ma, in termini relativi, le performanti sono più presenti nel Meridione che altrove!