L’importante? È restare fermi. Questa è l’indicazione che vale da sempre per Bagnoli, la riconversione del sito e, soprattutto, la mitica colmata. Fateci caso. La colmata sta sempre là, da decenni, senza apparentemente dare fastidio a nessuno. L’insofferenza, che cresce fino a diventare manifesta ostilità, riappare quando qualcuno, a livello istituzionale, che sia il Presidente del Consiglio o il Sindaco della città, prospetta un futuro di convivenza con la colmata. Per Gaetano Manfredi è la soluzione migliore: se si volesse rimuoverla, bisognerebbe rassegnarsi per anni a file di camion, dai 200 ai 400 al giorno, in azione per trasportare via terra il materiale prelevato. Un’operazione complessa e costosissima, che potrebbe essere evitata e fare risparmiare centinaia di milioni allo Stato; musica per le orecchie del Ministro per il Sud Raffaele Fitto, dal quale il primo cittadino è andato a battere cassa per ottenere i fondi per completare, in un modo o nell’altro, la bonifica.

Non l’avesse mai fatto! Un ‘eterogeneo gruppo di docenti universitari, urbanisti e attivisti” si è affrettato a scrivere una lettera alla redazione napoletana di un quotidiano nazionale per ribadire l’indispensabilità della rimozione della colmata. Sostenendo, tra l’altro, che costerebbe molto meno di quanto trapela da Palazzo San Giacomo.

Per quanto ci riguarda, non avendone la competenza specifica, non parteggiamo per l’una o l’altra soluzione. Ma rimarchiamo l’assurdità di una situazione ingessata da decenni che, non appena accenna a sbloccarsi, e solo allora, scatena l’interesse di illustri oppositori.

Possibile che l’Istituzione e i firmatari della lettera non si siano incontrati finora? Per quale motivo ci si scontra ancora sui dati, a fronte di una problematica pluridecennale che avrebbe dovuto oramai lasciare spazio solo a opzioni politiche, sulla base di alternative non altrimenti discutibili sotto il profilo tecnico?

Dobbiamo dunque pensare che per tutto questo tempo non si sia neppure affrontato con il doveroso livello di approfondimento una questione così importante per le potenzialità di crescita dell’area napoletana e di tutta la Campania? O, peggio, che vi siano portatori di interessi animati dalla sola volontà di far restare tutto così com’è?

Gaetano Manfredi farà bene a chiarire i reali termini di questa commedia dell’assurdo. Lo deve a tanti giovani napoletani che, proprio a causa dell’immobilismo, sono andati o hanno in animo di andare a cercare altrove la propria strada, senza attendere il ripristino della linea di costa di Bagnoli.