ROMA – Torna in auge uno dei progetti infrastrutturali faraonici che nel nostro Paese ha segnato alcune campagne elettorali di Silvio Berlusconi. Stiamo parlando del Ponte sullo stretto di Messina che unirebbe l’Italia continentale a quella insulare. Il piano, ripreso dal governo Meloni che intende realizzarlo nella sua interezza, riguarda il progetto del 2011 che prevede una sola campata da 3,3 km con un costo approssimativo di 7 mld di euro. Ma non solo, il decreto del governo, di cui si è occupato l’ultimo CDM, recupera la Società Stretto di Messina dalla liquidazione, trasformandola in una partecipata di ANAS al 51%, con Regione Calabria, Sicilia, Ministero delle Infrastrutture e dell’Economia. Il progetto, a differenza di altri,  prevede una sola campata e secondo il cronoprogramma dovrà andare in esecuzione entro il 31 luglio 2024, data che coinciderebbe anche  con l’inizio dei lavori.