Napoli al centro del dibattito internazionale del rafforzamento delle sinergie su Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale e Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, cristallizzato nel documento programmatico “Lo Spirito di Napoli”.
Consolidare l’immagine di Napoli come piattaforma per il dibattito internazionale sul patrimonio culturale materiale e immateriale, come risorsa del passato da cui ripensare il presente e progettare il futuro, promuovere un approccio integrato, partecipativo e umano-centrico alla tutela del patrimonio come bene comune, vivo e condiviso, rispondere alle sfide come sovra-turismo edisaffezione delle comunità locali, favorire una maggiore equità, rappresentatività e solidarietà internazionale e affrontare il tema del patrimonio in pericolo tramite prevenzione, resilienza e meccanismi di salvaguardia.
Questi gli obiettivi al centro della seconda edizione della conferenza UNESCO “Il patrimonio culturale nel XXI secolo”, in corso a Napoli dal 4 al 6 giugno a Castelcapuano, organizzata dalla Farnesina in collaborazione con il Ministero della Cultura e con il sostegno del Comune di Napoli.
La Conferenza vede la partecipazione di rappresentanti ed esperti dei 194 Stati membri dell’UNESCO. Oltre al Ministro Tajani, intervengono la Direttrice Generale UNESCO, Audrey Azoulay, il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nonché i Ministri stranieri invitati dal Governo italiano.
L’iniziativa si inserisce nel solco tracciato dalla prima edizione della Conferenza, ospitata dall’Italia nel novembre 2023, che ha rilanciato il dibattito internazionale sul rafforzamento delle sinergie tra la Convenzione UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale (1972) e la Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (2003), cristallizzato nel documento programmatico “Lo Spirito di Napoli”.
“La diplomazia culturale è al centro dell’azione di politica estera di questo Governo” – ha affermato il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, ricordando che “l’Italia svolge un ruolo di primo piano nell’Organizzazione, in funzione del ricco patrimonio culturale, artistico e naturale del Paese, ma anche del valore del nostro capitale umano, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo”. “
“L’Italia è in prima linea – ha detto il titolare della Farnesina, Tajani – per assicurare l’efficace protezione del patrimonio culturale, sia all’interno che al di fuori dei confini nazionali, anche grazie all’operato del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e delle Missioni archeologiche italiane all’estero. E’ possibile portare il contributo dell’Italia che ha tanto da offrire anche in tal senso. Siamo pronti a condividere le nostre esperienze con i nostri partner. Iniziative di cooperazione allo sviluppo per salvaguardare il valore anche economico dei patrimoni culturali locali. La Siria per esempio, ma ce ne possono essere tanti altri da altre parti del mondo.”
“Vogliamo anche aiutare i Paesi meno rappresentati ad aumentare il loro peso all’interno della lista del patrimonio mondiale per favorire la crescita dei nuovi partenariati. Siamo orgogliosi di offrire il contributo dei nostri esperti, studiosi, scienziati che sono grandi ambasciatori dell’Italia nel mondo- – ha detto inoltre il Ministro Tajani – ringraziando la direttrice generale dell’Unesco, i gentili ospiti, rappresentanti di Paesi amici e l’Arma dei Carabinieri, fiore all’occhiello del nostro Paese con un reparto dedicato proprio alla tutela del patrimonio artistico, ricordando di essere reduce da una visita in Messico con anche la visita del Museo
antropologico di Città del Messico e ai 1000 reperti archeologici della civiltà azteca che, proprio l’ Arma dei Carabinieri ha restituito al Messico, cioè a legittimi proprietari. “Mi sono sentito fiero – ha specificato Tajani – di essere italiano, colpito dalla bellezza dei reperti dei musei del mondo. La collaborazione tra Paesi per difendere la cultura e anche questa.”
Una significativa indicazione di indirizzo di ampia vocazione intercontinentale.
Altrettanto in tal senso il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. “Il punto fondamentale di questa seconda conferenza internazionale sul patrimonio culturale mondiale – ha detto Giuli – dimostra due cose. Naturalmente, la prima è che Napoli e l’Italia sono centrali come sedi elette strategicamente per farsi luogo di confronto e di dialogo. E che l’attenzione di questo importantissimo summit verrà posta sui patrimoni culturali delle zone più critiche, sottoposte ovviamente ai rischi maggiori collegati alle guerre ma anche ai cambiamenti climatici e alla necessità di intervenire in zone come l’Africa per esempio, che come sapete sta molto a cuore a questo Governo. Dove esiste un magnifico patrimonio culturale sommerso e poco conosciuto, che ha bisogno di essere riscoperto, tutelato e valorizzato da un insieme di Stati e dal continente intero che ha bisogno di occuparsi dell’Africa almeno quanto ha bisogno di imparare dall’Africa tutto ciò che c’è di interessante e importante nel continente. Il valore della cultura e della conoscenza come valore per l’emancipazione più generale globale in un momento in cui tutta la conoscenza è fonti di libertà di emancipazione naturalmente e di pace.” “La cultura l’ho detto, lo ripeto – ha specificato il Ministro Giuli – è il secondo nome della pace perché parla una lingua universale e quindi riesce ad avvicinare popoli culture profondamente radicate nella propria identità, ma che si riconoscono in questo paesaggio universale e quindi tendono all’incontro, al dialogo piuttosto che al conflitto. Le guerre, i conflitti, le incomprensioni si disinnescano attraverso la cultura.”
La Conferenza sul patrimonio culturale nel XXI secolo si propone, in particolare, di affrontare alcune delle sfide più urgenti che interessano il patrimonio culturale contemporaneo, tra cui la necessità di perseguire una più ampia partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali sul patrimonio culturale, evitando al contempo gli effetti negativi derivanti dalle stesse iscrizioni nelle Liste UNESCO, a partire dall’overturismo.
“Un incontro molto importante – ha affermato il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – con la scelta dell’Unesco e del Governo italiano di questo meeting internazionale a Napoli, in un luogo così simbolico come Castel Capuano. Ancora una volta il riconoscimento di come Napoli rappresenti oggi un esempio di come patrimonio materiale e patrimonio
immateriale si possano fondere. E di come le sfide che noi abbiamo davanti della gestione dei flussi turistici della valorizzazione del patrimonio culturale si debba combinare con la vita quotidiana dei cittadini quindi questo è un tema molto importante che attraversa molte città del mondo e credo che Napoli possa essere un laboratorio molto importante in tal senso.”
“Credo – ha detto il Sindaco Manfredi – che due anni dopo l’impostazione dello “Spirito di Napoli” data dall’Unesco e ispirata proprio da Napoli, oramai sia diventata un’idea prevalente a livello globale. Quella cioè che dobbiamo preservare il patrimonio culturale ma lo dobbiamo fare integrandolo con quella che è la vita quotidiana delle persone, cioè la bellezza non è solo una conservazione museale, ma anche utilizzo, uso e quotidianità. È una sfida complessa, però credo che Napoli la rappresenti in pieno. I tanti turisti che vengono a Napoli amano i nostri monumenti, amano la nostra bellezza storica, ma amano tanto la nostra vita quotidiana, le nostre abitudini, la nostra lingua. E questo credo che sia la vera sfida a livello globale che Unesco sta portando avanti.”
“Stiamo facendo. – ha informato, inoltre Manfredi – una grande pressione a livello nazionale anche come ANCI, come sindaci delle città, sia delle delle grandi città diciamo storiche, ma anche delle tante città turistiche che soffrono delle difficoltà di gestione dei flussi turistici. Abbiamo chiesto al Governo una legge ad hoc che dia quegli strumenti per regolare questi processi, quindi combinando quella che è la libera iniziativa imprenditoriale con la conservazione dei territori e anche la diciamo la valorizzazione, la protezione di quella che è la vita quotidiana dei luoghi. Insomma non possiamo più aspettare perché altrimenti questi processi diventano non più reversibili quindi io mi auguro che anche da questo incontro di oggi dalla spinta che ci sarà dalla mozione finale che verrà approvata, questa richiesta trovi poi una concretizzazione.”
“La mozione finale – ha detto il Sindaco Manfredi – conterrà sicuramente alcuni spunti che verranno discussi proprio su questo tema della valorizzazione del patrimonio minore che è un aspetto molto importante. Non dobbiamo guardare solamente ai grandi monumenti ma anche al patrimonio diffuso un tema molto importante per rafforzare questo percorso nel quale si definisce inscindibile il patrimonio materiale dal patrimonio immateriale cioè non non conta solamente il contenitore, ma conta anche il contenuto quindi anche il riuso come l’esempio di Castel Capuano. Di cui abbiamo da poco concluso il primo dei lotti di un restauro molto impegnativo in questo cortile. Abbiamo finito dei lavori che erano bloccati da molti anni. Siamo riusciti a completarli però è chiaro che adesso dobbiamo ancora di più valorizzare il sito, integrarlo in questo tessuto sociale, cioè fare in modo che diventi un volano rispetto alla riqualificazione di questo territorio.”
La seconda conferenza UNESCO “Il patrimonio culturale nel XXI secolo” di Napoli si inserisce nel quadro delle celebrazioni per i 2500 anni dalla fondazione della città’. Nel quadro delle iniziative per “Neapolis 2500” è stato approvato il progetto per la prima edizione della Biennale dei Patrimoni di Napoli, che si svolgerebbe nel 2026, per lanciare Napoli come punto di riferimento mondiale in relazione al tema della salvaguardia del patrimonio culturale.
Attraverso la Biennale, sarà possibile offrire opportunità di educazione e formazione, in particolare per i giovani professionisti del settore culturale; anche a livello economico, si prevede un impatto positivo per la città, per gli effetti sui flussi legati al turismo culturale.