L’Avvocato Giovanni Spinapolice, esperto in diritto delle IA, in merito all’ applicazione delle stesse nel campo della PA, ha dichiarato in una nota “ogni innovazione tecnologica introdotta nella Pubblica Amministrazione dev’ essere guidata da un’etica regolamentata a monte- ha sottolineato- che sia in grado di fissare dei limiti oltre i quali la delega all’intelligenza artificiale non può e non deve spingersi. Con etica-precisa- non s’intende solo il rispetto di valori condivisi, ma l’insieme di garanzie operative che tutelano il cittadino: il rispetto del rapporto umano con la PA, la presenza costante di un operatore che controlli ogni processo automatizzato e la possibilità concreta di opporsi, di segnalare un errore o di ottenere una revisione in caso di decisioni errate o discriminatorie generate dalla macchina”. E ha proseguito “apprendo con interesse e condivido lo sforzo delle Regioni per costruire un sistema nazionale di intelligenza artificiale che sia sicuro e responsabile, ma serve un fondamento culturale più sviluppato.
Apprendo con interesse e condivido lo sforzo delle Regioni per costruire un sistema nazionale di IA che sia sicuro e responsabile, ma serve un fondamento culturale più avanzato.
Necessitiamo di una vera Costituzione delle Intelligenze, che riconosca la singolarità della coscienza umana, il valore della discrezionalità, il diritto a non essere filtrati da un codice, e che possa fungere da guida per una normativa più organica, coerente e autenticamente garantista.
Un’innovazione che esclude l’uomo -spiega Spinapolice- è una regressione. La tecnologia pubblica può essere davvero alleata solo se resta accessibile, umana, pluralistica e rispettosa delle differenze. Altrimenti sarà solo un’altra forma di distanza” conclude la nota dell’avvocato Giovanni Spinapolice.
