Che meravigliosa partita, ascoltatori italiani”, la voce stremata, al limite dell’emozione di Nando Martellini. È il 17 giugno 1970, allo stadio Azteca di Città del Messico si è appena conclusa quella che passerà alla storia come la partita del secolo. Italia-Germania Ovest 4-3, una partita agonica, ai limiti della miticità greca, una sceneggiatura degna da film di Kubrick. Tra i protagonisti di quel pomeriggio messicano troviamo Gigi Riva e Franz Beckenbauer, i 2 giocatori che insieme a Johan Cruyff hanno portato il calcio degli anni 70 nel futuro. Non è un caso, che se ne siano andati quasi insieme, a distanza di 2 settimane l’uno dall’altro. Il calciatore più iconico della storia della Germania, e dall’altra parte il più rivoluzionario del calcio italiano. Riva è stato in grado di portare il calcio italiano in una nuova dimensione, un mondo pop, con quella sua figura da sex-symbol quasi come fosse un protagonista di un film di James Bond. E poi il soprannome datogli da Gianni Brera, unico, iconico, quel rombo di tuono, al termine di una vittoria roboante contro l’Inter a San Siro con il suo Cagliari. Quel Cagliari che lui ha fatto sognare, a cui ha donato uno scudetto insperato, a spezzare l’egemonia delle grandi squadre del nord Italia.
Squadre che lo hanno cercato per tutta la vita, il continuo pressing di Angelo Moratti, presidente dell’Inter che ogni estate si presentava da lui con un assegno in bianco solo da firmare. Ma Riva non ha mai pensato per un solo secondo di “tradire” la sua gente, come ha sempre fatto anche con la nazionale, per la quale ha rischiato 2 volte di perdere la gamba infortunandosi contro Austria e Portogallo.
Ancora oggi è il miglior marcatore all-time della storia della nazionale con 35 reti, è stato un punto di rottura, qualcosa di unico per quegli anni 70 che hanno rivoluzionato la storia del calcio. Proprio come il mito di Prometeo, colui che rubò il fuoco agli dei per darlo agli uomini. Questo è stato Gigi Riva, rivoluzione in una terra, un isola che molti chiamavano Africa. A quei tempi ancora poco sviluppata rispetto al resto del belpaese. Una speranza, un sogno, un rombo di tuono a svegliare un isola remota, bellissima e catapultarla nel futuro. Ed è spirato proprio lì, davanti a quel mare calmissimo che lo ha accompagnato per tutta la vita in profonda contrapposizione con la sua personalità vulcanica, in continua allerta, in continuo rumore proprio come un rombo di tuono.