Nelle acque di Capri in Campania eccezionale conferma: la foca monaca. Si tratta del secondo avvistamento a Capri in pochi giorni, dopo oltre 100 anni di vuoto
La foca monaca torna a farsi vedere in Campania. Dopo l’avvistamento del 25 aprile a Punta Campanella, promontorio della Campania e area marina protetta, la sua presenza è stata segnalata a poche miglia di distanza con un video da un gruppo di turisti in kayak su Facebook nella mattinata di giovedì 1° maggio. L’avvistamento, il secondo in pochi giorni, il terzo se si considera anche quello di 2 anni fa al largo di Capri, è un ulteriore fortissimo segnale del ritorno e della presenza della Foca monaca in Campania, dopo quasi 100 anni di assenza. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un’emozione incommensurabile poter avere la conferma che il mammifero marino a distanza di oltre cent’anni dagli ultimi avvistamenti documentati torni in quello che era uno dei suoi habitat e che dimostra come la natura, ove rispettata possa riprendere i suoi spazi originari se e solo se decidiamo collettivamente di salvaguardarla. La presenza di foca monaca attesta il ritorno e la ripresa della popolazione in tutta l’area mediterranea tanto che la IUCN ha riclassificato la specie da “estinta “ a “in via di estinzione “. L’habitat costiero nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella può ritornare ad essere un’area idonea per la sopravvivenza e la conservazione della specie in Campania, facendo rete con la costa israeliana, dove si stanno susseguendo frequenti avvistamenti. Come si vede nel video, la foca si muoveva con fare giocoso nelle limpide acque campane. Grande la soddisfazione negli operatori dell’Area Marina Protetta Campanella che stanno cercando di risalire all’evento attraverso le telecamere dislocate nei varchi. L’area marina protetta Punta Campanella è un promontorio della Campania e un’area marina protetta istituita nel 1997 col nome area naturale marina protetta Punta Campanella. Il promontorio è situato tra la costiera sorrentina e la costiera amalfitana, dividendo il golfo di Napoli da quello di Salerno ed estendendosi su una superficie in mare di oltre 1500 ettari, tra i comuni di Massa Lubrense e Positano. La riserva protegge circa 40 km di costa ed il mare antistante. È classificata come Area specialmente protetta di interesse mediterraneo. La foca monaca mediterranea (Monachus monachus, Hermann 1779) è il mammifero marino a maggior rischio di estinzione d’Europa (Johnson e Lavigne, 1998). La sua antica distribuzione comprendeva il Mar Mediterraneo, il Mar Nero e le coste del bacino Atlantico Orientale, dalle Azzorre al Gambia. Dall’epoca romana ai tempi recenti la specie è stata cacciata fino a ridurne fortemente sia la consistenza numerica che la distribuzione. Attualmente la popolazione di foca monaca conta al massimo di 600-700 esemplari, concentrati nei principali siti riproduttivi noti con due genotipi: uno nell’Atlantico e uno nel Mediterraneo: circa 200 concentrati nell’Egeo e nel Mediterraneo sudorientale, 20-30 nel Mar Ionio, 10-20 nel Mare Adriatico, una decina nel Mediterraneo centrale, dai 10 ai 20 nel Mediterraneo occidentale e meno di 300 in Atlantico. La specie è pertanto da considerarsi a serio rischio di estinzione. La Società Zoologica di Londra, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera la Monachus monachus (questo il nome scientifico) una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Non ci resta che rilanciare, quindi, l’appello già rivolto nel giugno 2017 ad un intervento immediato delle autorità nazionali, in particolare del Ministero dell’Ambiente per avviare tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell’habitat della foca monaca anche nell’amena terra del Salento, dove è stata avvistata nel 2021 e a Lesina, sempre in Puglia, nel maggio 2023. Per questo avvistamento dell’Area Marina Protetta Campanella sono stati allertati i biologi dell’Università Bicocca di Milano e il Gruppo Foca Monaca che effettueranno indagini sul DNA ambientale. Ovviamente a tutti i fortunati che avranno l’occasione di avvistarla, raccomandiamo di mantenere la giusta e dovuta distanza per evitare d’impaurire l’esemplare di una specie che merita il massimo rispetto e prudenza in qualsiasi tipo di approccio.