La giornata napoletana del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, intervenuto all’evento promosso dalla Fondazione Merita e successivamente all’Unione Industriali Napoli, ha stemperato un po’ il clima di polemiche delle settimane scorse. Con la stretta di mano al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Soprattutto, con le dichiarazioni del Ministro, dirette ad assicurare che non vi sono discriminazioni nei confronti di alcuni territori. Gli accordi tra Governo e Regioni, necessari per ripartire i Fondi sviluppo e coesione in base alla nuova governance definita insieme alla manovra di fine anno, sono in dirittura d’arrivo. Sono state firmate già 17 intese, ne mancano 4 tra cui quella con la Campania, ma si tratta solo di problemi tecnici, dovuti alla maggiore complessità di un raccordo su una cifra di quasi 6 miliardi, tanti ne spettano alla regione invece delle centinaia di milioni ripartiti in altre contrade. Le strutture del Ministero e di Palazzo Santa Lucia sono al lavoro, l’accordo non dovrebbe tardare. Una buona notizia per cittadine e imprese del territorio. Fitto ha, tra gli altri punti, rimarcato due aspetti.  La scelta di coordinare gli interventi per il Sud non è dovuta ad aspirazioni centraliste, bensì alla presa d’atto che, in passato, le risorse per la coesione non erano servite per la loro finalità istituzionale: il gap si è allargato, invece di ridursi. Il Ministro ha sottolineato che non bisogna illudersi sulla continuità nel tempo delle risorse europee. Se non si azzereranno, saranno molto più contenute in futuro, dopo l’allargamento della Ue ad altri Paesi dell’Est. La Zes unica rientra nella stessa logica. Anziché interventi frammentati, sul territorio meridionale potranno essere calamitati grandi investimenti, anche, se non soprattutto, dall’estero. Con un rilancio complessivo del Sud, favorito anche dalla nuova centralità del Mediterraneo. Sull’orientamento di fondo, in attesa che finalmente sia varato il Piano strategico della Zes unica, non è possibile non essere d’accordo. Quella che desta inquietudine è la tendenza perdurante a non prendere mai impegni scadenzati nel tempo. Fitto, insomma, non ci ha detto quando potrà esserci un confronto, dati alla mano, sui risultati della Zes. Per eccesso di serietà, forse. Ma su certe partite bisognerebbe fissare dei cronoprogrammi. Altrimenti si può ricadere nella solita prassi di lasciare in eredità a nuovi esecutivi obiettivi rimessi in discussione da chi subentra, magari di un altro colore.