ROMA – “L’introduzione di misure di estinzione dell’azione penale per condotta riparatoria, relativamente a fattispecie non fraudolente, per i contribuenti che si avvalgono delle definizioni agevolate previste dalla “tregua fiscale”, sarebbe strategica e in linea con gli obiettivi che il Governo si pone con la tregua. Il provvedimento, nonostante la richiesta del Consiglio nazionale dei commercialisti, non è stato inserito nella Legge di Bilancio; l’auspicio è che venga ricollocato in una legge successiva”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

“Il Paese attraversa un momento importante, di grandi riforme: non può farsi sfuggire l’occasione di andare finalmente verso un fisco più semplice e verso la normalizzazione dei rapporti tra fisco e contribuente”, spiega De Lise. “La tregua fiscale inserita nella legge di Bilancio in via di approvazione va nella direzione corretta, che punta anche a una ricostruzione della fiducia dei contribuenti verso lo Stato, oggi ai minimi storici”. Per il presidente dei giovani commercialisti è giusto semplificare, dunque, “anche per consentire a chi è in difficoltà di rispettare i termini di scadenze fiscali che altrimenti non potrebbero essere rispettate. Proporre modalità agevolate nel tempo e nelle condizioni significa garantire gettito allo Stato e mettere i cittadini nella condizione di ripartire in modo dignitoso.

Federico Giotti, consigliere nazionale dell’Ungdcec, evidenzia come la frequenza con cui negli anni sono stati riproposti provvedimenti simili spinge ad una riflessione su due fronti: “Da un lato questi provvedimenti devono prevedere un orizzonte temporale adeguato per permettere ai contribuenti in difficoltà di beneficiarne. Dall’altro ci pare necessario che lo Stato si faccia promotore di un’opera di educazione dei cittadini alla gestione della finanza personale, perché accanto a casi indubbiamente sfortunati in cui il sovraindebitamento nasce da circostanze imprevedibili, di salute o di lavoro, che impattano ad esempio sul reddito disponibile, ve ne sono altri in cui lo stesso è causato anche da una scarsa educazione finanziaria del contribuente. A questo fine la categoria dei dottori commercialisti può dare un importante supporto al tessuto economico e sociale del Paese”.

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