E’ stata presentata a Palazzo San Giacomo la seconda edizione del Festival Euromediterraneo dell’Economia che si terrà a Napoli dal 18 al 20 marzo, nell’Aula Magna del Centro congressi dell’Università “Federico II”. Il Festival, diretto da Roberto Napoletano, è promosso da Il Quotidiano del Sud – L’altra voce dell’Italia e dall’Università degli studi di Napoli “Federico II” in collaborazione con il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e la BEI e con il patrocinio del Comune di Napoli.
I lavori saranno articolati in tre sessioni: la prima giornata sarà dedicata al quadro geopolitico che coinvolge il Mediterraneo e alle sfide strategiche, energetiche, industriali e infrastrutturali. La seconda alla nuova geografia dei traffici, all’industria del mare e alla sfida strategica del capitale umano per costruire la nuova classe dirigente euromediterranea. L’ultima giornata sarà dedicata a un nuovo racconto del Sud italiano come primo dei Sud del mondo per sicurezza, tasso di sviluppo industriale e collocazione strategica all’interno di un Paese del G7. La narrazione cambiata del Mezzogiorno sarà arricchita da testimonianze con una finestra rilevante sul ritorno della Magna Grecia con il Mediterraneo produttore di cultura per il nuovo mondo. Quanti sanno che nel 2023 l’aumento più significativo dell’export manifatturiero è stato messo a segno proprio dal Sud con una crescita del 16,8%? A trainare questa crescita è la Campania, che ha chiuso il 2023 con 22,2 miliardi di esportazioni (+28,9%), superando in termini assoluti regioni di antica vocazione manifatturiera come le Marche e il Friuli Venezia Giulia. I riflettori saranno puntati, dunque, sul Mezzogiorno, sul centro del Mediterraneo, che torna a essere il fronte strategico per la crescita di tutta l’Europa e che può rappresentare il motore di pace e sviluppo sostenibile anche alla luce del piano Mattei per l’Africa.
Parteciperanno al Festival oltre 60 relatori, tra cui 5 ministri nazionali e rettori e ministri internazionali, commissari e direttori generali europei, le voci più autorevoli del Mediterraneo allargato e delle istituzioni multilaterali, oltre 20 tra Amministratori Delegati e Presidenti delle più importanti aziende italiane globali e della finanza.
A guidare il dibattito saranno gli spunti e riflessioni dell’Advisory Board del Festival presieduto da Patrizio Bianchi, già Ministro dell’Istruzione, e composto da Davide Tabarelli (Presidente Nomisma Energia), Matteo Lorito (Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico e Presidente Fondazione Agritech), Donato Iacovone (Docente universitario ed economista), Mario Rocco (Docente universitario, Partner Head of Valuation, Modelling & Economics, EY), Ercole Incalza (Manager pubblico ed Esperto di Economia dei trasporti), Leandra D’Antone (Professore senior di Storia contemporanea all’Università di Roma “La Sapienza”), Giuseppina Capaldo (Professore ordinario di Diritto privato e della Finanza d’Impresa all’Università di Roma “La Sapienza”), Fabrizio Galimberti (Economista e Giornalista, già Direttore dell’ufficio studi de Il Sole 24 Ore e FIAT), Giuliano Noci (Professore ordinario di Strategia e Marketing e Vice-Rector for China del Politecnico di Milano) e Michele Marchi (Coordinatore del corso di laurea in Storia, Società e Culture del Mediterraneo all’Università di Bologna – Campus di Ravenna).
“Abbiamo messo al primo punto della carta di Napoli che era necessario cambiare la narrazione del Mezzogiorno. Che non significa inventare una narrazione inesistente, ma documentare ciò che è stato fatto di rilevante e che non si conosce per costruire quella fiducia contagiosa che permetterà di fare ancora il molto che si deve ancora fare per unire il Paese, dando all’Europa il suo nuovo hub energetico del Mediterraneo e costruendo la nuova classe dirigente euromediterranea investendo sul capitale umano – ha sottolineato Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud-l’AltraVoce dell’Italia e del Festival Euromediterraneo dell’Economia – Nella prima edizione abbiamo lanciato la proposta di una università del Mediterraneo, consentendo ai giovani delle due sponde del mare nostrum di frequentare gli stessi corsi di laurea, tenendo come sedi di studio le università del Sud Europa e del Nord Africa. Un percorso lungo che ha un primo step attuativo con l’accordo che verrà firmato quest’anno dall’Università di Napoli Federico II e la Jordan University di Amman, il Politecnico Mohammad VI di Rabat. L’ambizione che si realizza con questo Festival – ha spiegato Napoletano – è quella di lanciare una innovativa iniziativa di mobilità interuniversitaria mediterranea con la volontà di rispondere alle esigenze reali dei sistemi educativi e produttivi del nuovo Sud globale, privilegiando l’accesso immediato al mondo del lavoro tramite percorsi di alta formazione più snelli rispetto agli standard. Questo tipo di iniziative rientrano anche nella fase attuativa degli obiettivi del Piano Mattei europeo per il quale la formazione tecnico-specialistica dei giovani è uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo del continente africano”.
“Per il secondo anno consecutivo Napoli ospita Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia; una conferma che rappresenta per noi motivo di grande orgoglio, soprattutto perché questa scelta sottolinea il ruolo significativo che la nostra città riveste nel contesto euromediterraneo – ha osservato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – Con la ‘Carta di Napoli’ sancita lo scorso anno, la nostra città si configura come capitale del Mediterraneo, polo di rilevanza economica, politica e sociale e a supporto della promozione della pace nell’intera area del bacino. Il mare, con il quale la città ha intrecciato la sua storia e la sua cultura, rappresenta oggi un catalizzatore di sviluppo economico e di crescita infrastrutturale nella sfida della transizione energetica”.
“La Commissione Europea si pone l’obiettivo di una riduzione dei divari regionali europei, e sostiene le economie nazionali e locali tramite molteplici misure di finanziamento, dirette ad uno sviluppo sostenibile dei territori – ha spiegato Elena Grech, Vicedirettrice della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. “A questo si aggiunge la forza dell’Unione Europea in quanto soggetto commerciale internazionale, che offre una spinta sostanziale all’export, aprendo mercati globali particolarmente appetibili per tutte quelle realtà grandi e piccole che fanno del commercio internazionale il fulcro della loro attività. I dati dimostrano che il Mezzogiorno ha saputo fare leva su queste opportunità, e la Commissione Europea rimane a fianco del Mezzogiorno”.
“La seconda edizione di Feuromed (Festival Euromediterraneo dell’Economia) riparte dal risultato straordinario del primo evento. I temi sono tanti: dal ruolo della tecnologia al cambiamento climatico, dalle migrazioni ai conflitti. I lavori, ospitati dal Centro Congressi dell’Ateneo Federiciano, prendono l’avvio con uno sguardo al capitale umano mediterraneo del futuro, a come l’alta formazione lo sta realizzando e al ruolo del nostro meridione in una fase dello sviluppo dei popoli del Mare Nostrum di valenza storica – ha dichiarato Matteo Lorito, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – I nostri giovani chiedono e hanno bisogno di concrete connessioni multilaterali tra le Comunità mediterranee basate sulle loro affinità culturali, storiche, economico-sociali e capaci di attivare una nuova stagione di sviluppo tecnologico e di ricerca scientifica, di opportunità di lavoro, di grandi progetti infrastrutturali e transnazionali. Il miglior antidoto contro conflitti, migrazioni, povertà educativa diffusa”.
“Nella prima edizione di Feuromed 2023, durante le riunioni del comitato scientifico che presiedo – ha commentato Patrizio Bianchi, Presidente Advisory board del Festival – abbiamo puntato sulla rivoluzione geopolitica del Mediterraneo e del mondo capovolto che trova nei Sud d’Europa e nell’intera Africa settentrionale il nuovo centro propulsore: il Mediterraneo. Nell’edizione di quest’anno intendiamo ampliare tale dimensione come strumento d’azione per la ricerca di una pax mondiale, intesa non solo come assenza di conflitti armati, ma come dimensione di pacifica convivenza e cooperazione a livello economico”.
“La Commissione europea condivide l’idea che il Sud dell’Italia non si debba percepire soltanto come beneficiario dei fondi europei quanto, piuttosto, come una realtà che è in grado di utilizzare questi fondi con un’ottica strategica e rendendosi promotore di una crescita che è fondamentale per il Paese ma anche l’Europa tutta – ha sottolineato Francesco Rossi Salvemini, Consigliere economico della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea -. Questo è vero per i fondi strutturali, di cui il Mezzogiorno è un grande beneficiario, ma anche per fondi più recenti come quelli del PNRR. Abbiamo esempi che mostrano come il Mezzogiorno sia in grado di trasformare queste risorse in filiere strategiche, in grado di trascinare la crescita. Anche a livello di dibattito economico è importante che il Mezzogiorno si renda protagonista della narrazione e della costruzione delle percezioni su ciò che è importante per l’economia nazionale”.