Un laboratorio al servizio per la costruzione di policies, in un quadro di multilevel Governance, presidio di dibattito e partecipazione civile tra Diritto, Economia e Società, con Istituzioni, Imprese e Professioni quali interlocutori di un orizzonte sinergico con l’Accademia. E’ quanto intende proporre l’esperienza del NEP Network for European Policy Making avviata dai soci fondatori Centro di Ricerca in Diritto Privato Europeo – ReCEPL, Dipartimento di Economia della Vanvitelli, DiSEG della Parthenope, CIRMIS della Federico II e laboratorio BeALab. L’iniziativa del NEP “Network for European Policy Making” è stata presentata nel corso di un Incontro presso Palazzo Nunziante, Banca FIDEURAM – Via Domenico Morelli 7, Napoli con gli interventi dei Rappresentanti del Comitato Direttivo Maria Antonia Ciocia, Luigi Nicolais, Gerardo Villanacci, Annamaria Colao e i Rappresentanti del Comitato d’Indirizzo ed Esecutivo Giuseppe Bova Crispino (Direttore), Fortunato Costantino, Paolo Gabriele, Raffaele Crispino, preceduti dai saluti istituzionali di Libera Nasti, Antonio Troilo di Banca FIDEURAM e di Eraldo Turi e Vincenzo Moretta di ODCEC – Napoli e Fondazione ODCEC Napoli, Introdotti e moderati da Alfonso Ruffo. L’appuntamento è stato occasione della presentazione del volume “Per un governo che ami il mercato” (Il Mulino 2024) di Claudio De Vincenti con il dialogo tra l’autore e Serena Sileoni, Vito Grassi, Amedeo Lepore, Massimo Martelli e le conclusioni affidate a Gaetano Manfredi Sindaco di Napoli e Presidente dell’ANCI. Il tema del libro “Per un governo che ami il mercato” è un intervento pubblico realmente in grado di perseguire l’interesse generale richiede la comprensione – fuori da idealizzazioni e demonizzazioni – del modo di operare del mercato e la capacità di apprezzarne, senza passiva accondiscendenza e senza pregiudizi ostili, il difficile lavoro di coordinamento e di stimolo all’efficienza e all’innovazione. Il lavoro di De Vincenti si rivolge non solo agli economisti, ma a quanti – decisori politici, persone impegnate nel sociale, cultori di altre discipline – sono interessati a capire i meccanismi di funzionamento dell’economia per cercare di orientarla al bene comune. “Ciò di cui vi è bisogno – spiega- non è un qualche “compromesso» tra mercato e intervento pubblico, secondo una visione che riduce la politica a oscillare senza costrutto tra accentuazioni diverse dell’uno o dell’altro termine. Si tratta piuttosto di ragionare intorno alla feconda dialettica tra «mano invisibile» e «mano visibile» per dare vita a una politica economica che sappia interagire efficacemente con il mercato, disegnandone le regole e indirizzandolo verso obiettivi di interesse generale. E’ indispensabile farlo nella travagliata epoca storica che stiamo attraversando.