Conseguenze? Dominio commerciale cinese ed economie occidentali penalizzate”
“Secondo la maggioranza dei miei studenti americani le politiche commerciali di Trump sono soltanto un bluff, sta usando i dazi e tariffe come strumento negoziale per ottenere consenso elettorale”. Lo ha dichiarato sui suoi profili social il prof. Pietro Paganini, docente alla Temple University di Philadelphia, commentando i dazi prospettati dal neo presidente Usa. E ha proseguito “Il problema è che così facendo si crea molta instabilità-spiega- decretando di fatto la fine del cosiddetto ‘friendshoring’ ossia la delocalizzazione produttiva verso paesi considerati alleati per ridurre l’influenza dei paesi ostili come la Cina”. Paganini analizza poi il decorso storico di queste strategie di mercato, affermando che “in 30 anni ci siamo ritrovati di fronte a vari cambiamenti: siamo passati dall’ ’offshoring’ della globalizzazione, che predicava la produzione più conveniente, all’inshoring della prima amministrazione Trump che l’ha invece riportata a casa fino ad arrivare al ‘friendshoring’ di Biden. Ora cosa ci aspetta? Probabilmente il ‘resiliencyshoring’, ossia una produzione che si sposterà continuamente al primo accenno di crisi del paese ospitante. Questo contesto- conclude-rischia di penalizzare le economie occidentali e favorire ulteriormente il dominio commerciale della Cina, già il primo partner commerciale per 120 paesi. Le imprese sono ora davanti a una sfida cruciale: devono sviluppare strategie flessibili per contrastare il fenomeno ma nel frattempo le istituzioni  devono garantire delle regole che impediscano che l’incertezza attuale porti a un predominio cinese” ha sottolineato Pietro Paganini.