NAPOLI – Dal 4 al 6 giugno 2025, a Napoli, presso Castel Capuano,  la seconda edizione della Conferenza UNESCO “Cultural Heritage in the 21st Century”.

L’Napoli ospiterà’ rappresentanti ed esperti dei 194 Stati membri dell’UNESCO per riprendere il dibattito internazionale, già approfondito nel corso della prima conferenza di Napoli a novembre 2023, circa le sinergie e convergenze tra la Convenzione del Patrimonio Mondiale e la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Organizzazione.

La conferenza – organizzata congiuntamente dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero della Cultura, con il sostegno del Comune di Napoli – affronterà, nel corso di sei sessioni tematiche, i temi della rappresentatività e della dimensione economica del patrimonio culturale, della connessione e del coinvolgimento delle comunità con i siti UNESCO.

La seconda Conferenza UNESCO “Cultural Heritage in the 21st Century” riparte  dall’’Appello all’azione: lo spirito di Napoli della prima Conferenza dell’UNESCO sul Patrimonio Culturale nel XXI secolo (27-29 novembre 2023) in cui i partecipanti riunitisi a Napoli, nell’esprimere la gratitudine al Governo Italiano e alla Città di Napoli per aver fornito un contesto unico per riflettere sul futuro della Convenzione UNESCO del 1972 sulla Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale e della Convenzione del 2003 per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, e sull’aumento delle sinergie tra esse, alla luce rispettivamente del loro 50º e 20º anniversario, tributarono il riconoscimento  di ruolo ispiratore svolto dalla Città di Napoli alle loro deliberazioni  per l’integrazione straordinaria nella città di elementi del patrimonio naturale, culturale, materiale e immateriale.

Elementi  interconnessi e combinati che si rafforzano reciprocamente, dando vita a un esempio unico di potente coesistenza di patrimonio tangibile e intangibile, profondamente radicato nella vita quotidiana dei cittadini di Napoli, testimoniando il legame fondamentale tra le comunità locali e il loro patrimonio naturale, culturale e vivente.

I partecipanti alla prima Conferenza UNESCO “Cultural Heritage in the 21st Century”, richiamando l’importanza della salvaguardia e della promozione del patrimonio culturale – sia materiale che immateriale – e naturale delle comunità di tutto il mondo;

Evidenziando i rispettivi risultati ottenuti attraverso l’attuazione delle Convenzioni del 1972 e del 2003 nel corso dei decenni passati, contribuendo così ad ampliare il concetto di patrimonio culturale includendo pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e competenze trasmesse di generazione in generazione, e testimoniando la ricca diversità del capitale culturale per lo sviluppo sostenibile dei popoli e delle comunità nel mondo;

Riconoscendo l’importanza di attuare approcci integrati e innovativi che mirino a generare maggiori sinergie tra le Convenzioni del 1972 e del 2003 per una protezione e una salvaguardia del patrimonio più efficace e potenziata in tutte le sue forme;

Considerando l’intrinseca interdipendenza tra il Patrimonio Culturale Immateriale e il Patrimonio Culturale/Naturale Tangibile, da considerarsi idealmente come “Patrimonio Umano nel suo Insieme”;

Sottolineando, come sancito nella Dichiarazione MONDIACULT 2022, il contributo delle Convenzioni del 1972 e del 2003 nel promuovere il riconoscimento della cultura come bene pubblico globale, riconoscendo il ruolo della cultura – in tutta la sua diversità – come motore dello sviluppo sostenibile a beneficio delle comunità e come propulsore della crescita economica delle nazioni,

hanno lanciato “l’Appello all’azione: lo spirito di Napoli” a tutti gli Stati Membri dell’UNESCO e agli attori coinvolti affinché portino avanti una visione prospettica, attuando politiche pubbliche e strategie fondate sui seguenti principi:

• Salvaguardare il patrimonio culturale – sia tangibile che intangibile – e naturale attraverso approcci olistici che ne comprendano l’intera ricchezza e diversità, promuovendo l’accesso equo e la partecipazione per tutti, rafforzando il legame tra patrimonio e comunità locali, poste al centro delle strategie culturali come attori e titolari di diritti.

• Sensibilizzare sull’importanza di valorizzare l’interconnessione tra natura e cultura per promuovere la sostenibilità ambientale e affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici, incoraggiando risposte innovative, comunitarie e culturalmente radicate alle sfide che affrontano i siti patrimoniali, come i rischi di disastri e la perdita di biodiversità, con l’obiettivo di salvaguardare le pratiche e i saperi di adattamento e mitigazione locali e indigeni.

• Garantire il benessere e i mezzi di sussistenza sostenibili delle comunità locali e dei popoli indigeni che vivono nei siti patrimoniali e nei loro dintorni, valorizzando e sostenendo il loro patrimonio vivente, proteggendo la loro proprietà intellettuale e riducendo i rischi di appropriazione indebita del loro patrimonio.

• Promuovere un’educazione di qualità per assicurare che conoscenze, competenze, pratiche, rappresentazioni ed espressioni vengano trasmesse in modo completo, coerente e sostenibile alle future generazioni, favorendo l’integrazione sistemica del patrimonio culturale in tutte le sue dimensioni, in tutti i contesti educativi formali, non formali e informali.

•Garantire l’inclusione sociale ed economica attraverso strategie e iniziative di conservazione e salvaguardia del patrimonio che integrino una prospettiva di genere e promuovano il dialogo intergenerazionale e la trasmissione del sapere, coinvolgendo i giovani.

• Rafforzare ed espandere le partnership per consolidare le capacità a livello locale, nazionale e regionale, valorizzando la cultura come vettore di inclusione sociale, crescita economica e occupazione, nonché come potente forza di trasformazione per lo sviluppo sostenibile, la resilienza e la costruzione della pace.

• Promuovere l’integrazione sistemica della cultura nelle azioni umanitarie, nelle strategie di sicurezza e nei processi di costruzione della pace, in linea con la Risoluzione 2347 (2017) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riconoscendo l’importanza del patrimonio culturale per la pace e la sicurezza.

• Sviluppare e attuare politiche di turismo sostenibile che diano priorità alla salvaguardia del patrimonio nella sua interezza, valorizzandone al contempo il potenziale nei siti patrimoniali e nei loro dintorni, anche integrando il patrimonio immateriale nella pianificazione e gestione turistica, e fornendo soluzioni intelligenti per affrontare le sfide del sovraffollamento turistico.

• Incentivare un dialogo costante e costruttivo tra più parti interessate in tutte le fasi dei processi di candidatura ai meccanismi di iscrizione previsti dalle Convenzioni del 1972 e del 2003, inclusi gli Stati Parti, gli Organismi Consultivi e di Valutazione, e il Segretariato dell’UNESCO; assicurando così che i dossier di candidatura soddisfino i requisiti necessari prima della loro esaminazione da parte dei rispettivi Comitati, al fine di promuovere una iscrizione più armoniosa, completa ed efficace dei beni e degli elementi patrimoniali.

• Promuovere un approccio obiettivo, rigoroso e scientifico nella valutazione dei dossier di candidatura da parte degli Organismi Consultivi e di Valutazione delle Convenzioni del 1972 e del 2003, rispettando le raccomandazioni tecniche di tali organismi in merito all’esame dei siti e degli elementi; rafforzando così la credibilità delle Convenzioni e riducendo la necessità di interventi urgenti di salvaguardia e di monitoraggio dello stato di conservazione.

• Fornire un’assistenza rafforzata agli Stati Membri sotto-rappresentati, con l’obiettivo di garantire una Lista del Patrimonio Mondiale più rappresentativa, equilibrata e credibile, con particolare attenzione all’Africa e ai Piccoli Stati Insulari in via di Sviluppo (SIDS), anche attraverso il rafforzamento delle capacità e l’esplorazione di approcci innovativi ai criteri di iscrizione.