L’Editoriale

L’ISTAT conferma che il PIL dell’Italia fa meglio di Francia e Germania con una crescita dello 0,3% mentre volano le esportazioni italiane verso i Paesi extra U.E. con un + 41,2% riferito ai soli mercati statunitensi. 

La tendenza è netta e fortemente in crescita. L’ economia del nostro Paese veleggia tranquilla in un mare piuttosto tempestoso che segnala ancora burrasca esclusivamente su taluni Paesi dell’Area Euro, con particolare riferimento a Francia e Germania.

Una crisi economica che sta coinvolgendo e sconvolgendo ormai da mesi il sistema economico e produttivo dei cosiddetti “locomotori” dell’Europa (appunto Francia e Germania) e che viene ancor più evidenziata dalla preoccupazione dell’aumento dei Dazi sui prodotti di esportazione verso gli Stati Uniti, nonostante gli annunci bellicosi di Trump siano sostanzialmente rientrati o molto mitigati. E comunque saranno oggetto di approfondimenti e adeguate valutazioni tra Unione Europea e Governo Statunitense, a seguito degli accordi intercorsi nel viaggio della Presidente Meloni a Washington delle settimane scorse. Incontri bilaterali che si terranno a breve e che, ci si augura, riusciranno a riportare un clima più sereno nei mercati internazionali e nell’economia del Vecchio Continente.

Nel frattempo e non senza dichiarare tutto l’apprezzamento per la tempestiva iniziativa della Premier italiana in ordine all’apertura di una trattativa sui dazi annunciati da Trump e del felice esito di quell’incontro della Casa Bianca che ha aperto la strada ad un rapporto più proficuo e collaborativo tra i paesi occidentali delle due sponde dell’Atlantico,  godiamoci pure la soddisfazione per questi nuovi dati pubblicati dall’Istat soltanto ieri, che confermano l’andamento in costante crescita del PIL nazionale nei primi mesi del 2025 (+0,3%) e la poderosa crescita delle esportazioni italiane verso i Paesi extra U.E. ed in particolare con gli Stati Uniti dove si registra addirittura un robusto + 41,2 %  di incremento dei volumi di export.

Dati certamente incoraggianti e incontrovertibili che neppure i peggiori e sempre presenti “Profeti di sciagure” dell’universo mondo progressista possono smentire o smontare.

Incoraggianti sono anche i dati dell’Istat riferiti alla occupazione nel medesimo periodo di valutazione. Infatti nel primo trimestre dell’anno 2025 l’occupazione maschile e femminile in Italia è cresciuta quasi di un punto percentuale (0.9%). Questo andamento positivo è riferito ai nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato e a lavoratori autonomi con partite IVA, ai giovani tra i 15 e i 24 anni e altri soggetti sino a 50 anni di età. Con ciò è dimostrata la dinamicità del mercato del lavoro in Italia, in specie nelle regioni meridionali, ove in particolare, l’applicazione delle agevolazioni e degli incentivi statali previsti dalla estensione delle Aree ZES su tutto il territorio del Mezzogiorno d’Italia, sta offrendo nuove e significative opportunità lavorative tanto ai giovani meridionali, quanto ai soggetti precocemente usciti dal circuito produttivo che trovano nuove occasioni di riqualificazione professionale e relativo impiego nelle aziende ivi create ex novo.

Terminiamo con i dati Istat sull’inflazione. In questo caso va detto che l’intera Area Euro presenta un dato pressochè omogeneo di incremento inflazionistico dei prezzi al consumo nei primi mesi dell’anno in corso, attestandosi in Italia al 2,1% e per gli altri partners europei poco superiore (2,2% della media europea).

Anche questo dato appare confortante per l’Italia e per tutta l’Area U.E. perché si tratta di un indicatore significativo della salute dell’economia europea ove le spinte inflazionistiche, anche di natura speculative vengono tenute a bada dai mercati e non destano preoccupazioni significative in quanto ordinarie, se non fisiologiche.